(ASI) Un thriller psicologico al cardiopalma. Dopo le pellicole precedenti “Unknown- Senza identità” (2011), “Non Stop” (2014) e “Run All Night “(2015) la collaborazione tra il regista Jaume Collet-Serra e Liam Neeson è arrivata al quarto film con “L’uomo sul treno – The Commuter”.

Si può tranquillamente affermare che lo spagnolo Collet-Serra, abbia ormai battezzato come suo attore feticcio l'irlandese che grazie alla sua fisicità ed alla sua mimica facciale, interpreta a meraviglia il prototipo dell'eroe comune dotato di una forte morale ed un alto senso della giustizia. Nel film Liam Neeson interpreta Michael, un venditore di assicurazioni pendolare, che prende da dieci anni lo stesso treno per recarsi a lavoro. Dopo essere stato brutalmente licenziato, proprio su quel treno conosce Joanna, l'affascinante donna gli propone di partecipare ad un gioco, la cui ricompnsa ammonta a ben  100.000 dollari. L’uomo dovrà soltanto individuare l’unico passeggero non pendolare presente nel treno.Michael, incuriosito e desideroso di accaparrarsi quel bottino, soprattutto in virtù del recente licenziamento, scoprirà ben presto che la faccenda è molto più complicata del previsto e che le vite dei suoi cari e degli altri passeggeri del treno stanno per essere messe a rischio in un infernale spirale di doppi giochi, azione e paradossi.L’ambientazione unica non annoia mai perché nel treno si susseguono personaggi ben definiti  e si alternano destinazioni sempre diverse. Il treno ci permette di conoscere la vita dei pendolari, persone che vanno e vengono, ognuna con le proprie abitudini, caratteristiche e manie, come quella del protagonista, che è solito spostarsi continuamente lungo il treno.Nella pellicola la vita dei pendolari, rappresentata come abitudinaria e noiosa, è sconvolta dal caos che si scatena a bordo, così improvviso e tumultuoso da portare i presenti, per la prima volta, a rimpiangere quella routine che tanto bistrattavano.Buona pellicola di Jaume Collet-Serra che porta sullo schermo una sceneggiatura rocambolesca corroborata da una serie di scelte rivelatesi azzeccatissime: il montaggio che riesce a trasporre perfettamente la ripetitività delle giornate, la decisione di riprendere in ogni istante il suo protagonista con una camera che lo segue passo dopo passo e la tensione mantenuta costante per tutta la durata del film. La continuità dell'azione ed il pathos costante che caratterizzano “l'uomo sul treno” rendono questo thriller adrenalinico piuttosto avvincente agli occhi dello spettatore.

Alessandro Antoniacci – Agenzia Stampa Italia 

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