(ASI) La pellicola di Michael Hoffman uscita nel 2002 ricorda sotto vari aspetti “L’attimo fuggente” (1989). Vari sono gli elementi che accomunano le due pellicole: le caratteristiche dei personaggi, i valori che essi professano, l’ambientazione ed i costumi. A visione terminata si realizza che il film di Hoffman se ne discosta in maniera chiara ed intraprende un cammino autonomo.
William Hundert (Kevin Kline) è un professore di storia greca e romana che insegna al college St. Benedict. Anno dopo anno e classe dopo classe l'insegnante , attraverso le sue lezioni, palesa l'intento di trasmettere ai propri alunni una rigida etica, tentando di formare i suoi allievi in base a quei principi che sostiene indissolubilmente. Gli studenti , affascinati dal suo metodo di insegnamento non convenzionale, sono portati ad assorbire come spugne le lezioni del professore. L’idillio viene però rovinato dall’arrivo al college di uno studente viziato ed impertinente, Sedgewick Bell, figlio di un importante senatore, che infrange le regole ed esercita un grande ascendente verso i compagni, i quali sviluppano un forte spirito di emulazione nei suoi confronti.
Ne consegue un rapporto conflittuale con il professore Hundert che, dopo un colloquio con il padre, si convince che l’ostilità del ragazzo derivi proprio dal problematico rapporto col genitore; decide quindi di dedicarsi anima e corpo al giovane Bell, venendo meno anche a quelli che sono i suoi principi morali. Ma il ragazzo lo deluderà e gli farà ben presto capire che non sarà mai quel modello di virtù che Hundert aveva sperato potesse diventare. L'insegnante capirà di aver fallito clamorosamente per la prima volta nella sua carriera.
Kevin Kline, che nel 1997 ha conquistato il cuore di tutti con l’adorabile commedia “In&Out”, risulta impeccabile in questa pellicola dalle mille sfumature ed interpreta in maniera egregia il ruolo del professor Hundert. Apparentemente inappuntabile e teorico modello da seguire, con l'incedere del film Hundert si dimostra uomo ingessato e anaffettivo che non instaura mai un vero rapporto coi propri alunni bensì li utilizza come veicoli per ribadire a se stesso la sua integrità morale. Non c’é alcun tipo di legame affettivo tra lui ed i suoi studenti ma solo un rapporto distaccato e rigoroso che non evolve neppure dopo la reunion a distanza di 25 anni.
L'insegnamento che il film vuole trasmettere è che soltanto accettando i propri limiti ed accettando le virtù e le capacità altrui, si può raggiungere quell'integrità, quell'onestà intellettuale e quella felicità, che Seadwick insegue tramite escamotàge e truffe e William nasconde dietro la propria professione e dentro i testi che sottopone ai propri alunni, ma che non riesce a trovare sotto l'aspetto umano e sentimentale.
Alessandro Antoniacci – Agenzia Stampa Italia