(ASI) È stato accolto con grande entusiasmo, “L’anno che verrà”, il nuovo mediometraggio di Joe Inchincoli. Il regista lucano – pianezzese d’adozione – ha presentato davanti a una sala gremita, in occasione di due proiezioni consecutive, un’opera che intreccia passato e presente, raccontando due epoche (1979 e 2019) attraverso lo sguardo di due ragazzi che vivono in quei rispettivi periodi.
Il film, girato interamente sul territorio piemontese tra Pianezza, Alpignano, Avigliana, Rivoli, Druento e La Cassa, alterna scene immerse nella semplicità dei pomeriggi senza tecnologia del ’79 a momenti ambientati nel 2019, segnati da social network, smartphone e connessioni costanti. Inchincoli gioca con il contrasto tra le due epoche senza scivolare né nella nostalgia compiaciuta né nella critica severa: emerge piuttosto un dialogo tra generazioni profondamente diverse, un modo per osservare come cambiano i tempi ma non l’essenza dei desideri, delle paure e dei sogni dell’adolescenza.
Alla presenza del giovane cast e delle famiglie coinvolte nel progetto, la proiezione si è trasformata in un vero momento comunitario. Molti spettatori hanno apprezzato non solo la freschezza narrativa, ma anche la capacità del film di valorizzare luoghi e persone della Val di Susa, restituendo al territorio un racconto che nasce dalle sue strade, dalle sue voci e dalle sue memorie.
Durante il dibattito seguito alla proiezione, Inchincoli ha spiegato come l’idea del film sia nata dalla volontà di far incontrare idealmente due generazioni: "Raccontare il ’79 e il 2019 insieme significa mettere a confronto ciò che siamo stati e ciò che stiamo diventando. La tecnologia cambia, ma il bisogno di sentirsi parte di qualcosa resta lo stesso". Il pubblico ha risposto con applausi calorosi e interventi che hanno confermato la forza evocativa e sociale dell’opera.
L’anno che verrà si impone come un piccolo ma significativo tassello della produzione cinematografica locale: un film sincero, realizzato con passione e con uno sguardo capace di unire memoria, affetto per il territorio e attenzione ai ragazzi di oggi. Con la sua spontaneità e la cura artigianale che da sempre contraddistinguono il lavoro di Inchincoli, il mediometraggio si candida a proseguire il suo percorso attraverso rassegne internazionali, festival e proiezioni locali in ogni luogo in cui sarà possibile mostrarlo a costo zero, con l’obiettivo di raggiungere nuove platee e stimolare un confronto più ampio tra genitori, figli e insegnanti. In conclusione, si tratta di un film semplice nelle intenzioni ma capace di lasciare una traccia profonda, ricordandoci quanto sia prezioso fermarsi a guardare ciò che eravamo e ciò che stiamo diventando.



