(ASI) Finalmente. Erano 23 anni che mancava questo riconoscimento al cinema italiano e precisamente con Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. Paolo Sorrentino ha riportato il cinema italiano ai vertici di Hollywood, rendendo omaggio alla vera Grande Bellezza d’Italia: Roma. La Roma dei salotti “buoni” e frivoli, la Santa Roma, la Roma dai vicoli suggestivi e misteriosi, la Roma con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, un po’ sospesa tra Inferno e Paradiso e sempre incastrata in un’enorme e indolente Purgatorio.
Un magistrale, come sempre, Tony Servillo, nei panni del vissuto annoiato, pungente, ironico giornalista e scrittore Jep Gambardella, è il Virgilio di questo tuffo nella romanità, sostenuto dagli interpreti più noti e di successo come Carlo Verdone, l’amico Romano, Sabrina Ferilli, la bella e sfortunata Ramona e persino Antonello Venditti, presente nelle sue note e nella sua persona. Sorrentino e Servillo, pur non essendo romani, ma profondi conoscitori della romanità riescono a sollevare tutte le viscere di questa Grande ed eterna Bellezza, che spesso si addormenta e delude, ma proprio nel momento che ce ne vogliamo andare, essa ci riconquista come un’eterna storia d’amore che non finisce mai e che è l’essenza di Roma. La Fede, l’Amore, la Ricchezza, la Povertà, la Malinconia, l’Indolenza sono le linee guida dell’opera di Sorrentino che è meravigliosamente imperfetta, perché è come la Roma di oggi. Possiamo definire questo pregevole affresco come La dolce vita dei nostri tempi, che non è più spavalda e piena di vita, ma riflessiva, pigra, ma che nello stesso tempo ha qualcosa da dire, molto più di quello che si pensa e in mezzo a tante frivolezze nasconde perle di infinita e misteriosa saggezza. Cos’è dune La Grande Bellezza? E’ forse una di quelle domande che non hanno risposto, ma potrebbe essere Roma, come il regista ci suggerisce in parte, anche se c’è un po’ di Roma in tutti noi. Complimenti dunque a Sorrentino e Servillo con l’augurio che riporti in Italia un Gran Bel Oscar, questa sì che sarebbe un’altra grande bellezza per il cinema italiano. Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia
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