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Festival internazionale del film di Roma Silvio Berlusconi lo conoscevo bene.

(ASI) Un altro documentario sul cavaliere in prospettiva, però, passata. L’opera di Giacomo Durzi e Giovanni Fasanella è diversa dal “Videocrazy” di Gandini o da “Silvio forever” di Faenza e ricostruisce in maniera avvincente la personalità di Berlusconi partendo dalle origini fino alla “caduta”. A parlare sono molte persone che sono state a contatto con lui come l’avvocato Dotti, l’onorevole Gabriella Carlucci, Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti e Alessandro Meluzzi. Intervallata da riprese del Berlusconi imprenditore, del politico in auge e in discesa, si riesce a delineare la personalità del personaggio politico più importante dell’ultimo ventennio. Spavaldo, showman, abilissimo imprenditore, ma con frivolezze e con una visione politica mai ben configurata. Un Berlusconi che si è dovuto buttare nella politica proprio per salvare i suoi interessi e spinto dall’asse Cossiga-Agnelli. Se nel 1991 negò il suo coinvolgimento futuro in politica, dicendo che il suo mestiere era un altro, la necessità di salvarsi e la carenza di persone che non volevano scendere, costrinse effettivamente a malincuore il cavaliere a scendere. Si circondò di tutti i suoi uomini quali Costanzo, Mentana, Ferrara, Letta e Confalonieri, ma quello che colpisce era come venissero scelti i candidati: sulla base dell’appeal mediatico. Insomma un sorta di casting e più che la sostanza si prediligeva un corpo politico carino, il quale veniva rimpinguato da amici, fedelissimi e veri e propri cortigiani. Vengono sottolineati le carenze  dell’aver creato antipatie all’estero e le gaf: come quando fu rimproverato dalla Regina, quando la Merkel lo snobbò a l G8 e lo derise insieme al Ministro danese, dato che stava ancora al telefono o le corna. Una personalità istrionica, affascinante, che pagò più che altro per gli errori nella vita privata. Come sottolineo la figlia Marina “la vita privata di un politico è pubblica” e con le varie Noemi, Rubi e le altre del bunga bunga hanno fatto sì che si rompesse un patto fra elettori e Berlusconi, l’uomo della speranza non mantenuta. Interessante è che si sottolinei che dal 2008 a seguito del tumore alla prostata, le cose iniziarono a degenerare, come se volesse dimostrare che lui è ancora giovane e virile. Sembra quasi un documentario storico e Berlusconi appare più passato che presente, seppure nel finale si comprende che il berlusconismo sarà ancora presente per molto tempo. Amato, odiato, quello che però colpisce sentendo i vari intervistati è quanto sia leader e incantatore quel Silvio Berlusconi che hanno avuto l’onore o l’onere di conoscere bene.

Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia

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