Una vicenda che ricorda molto quella di Silvio Berlusconi e che si è intrecciata con lo stesso ex Presidente del Consiglio, al momento dell’acquisizione del Milan, che lo stesso Parretti lasciò su ordine di Craxi. Cameriere, albergatore, presidente del Siracusa calcio e infine si buttò nell’acquisizione di una famosa casa di produzione francese e inglese. Ma un uomo vulcanico, spregiudicato e geniale come Parretti negli anni ’80 era un terremoto e così una sera a New York in un famosissimo ristorante s’incontrò per caso con l’avvocato Agnelli che gli disse che era in vendita la MGM e che lo sfidò scherzosamente a comprarla. Non l’avesse mai fatto. Tanto disse e tanto fece, che Parretti con una straordinaria operazione finanziaria riuscì a scalare Hollywood e a tenere al laccio il famoso leone che ruggisce.
Un italiano, un umbro, chiacchierato era diventato una spina nel fianco di Hollywood e dei francesi che non si diedero pace, perché avesse trovato un finanziamento straordinario a zero garanzie. Iniziò un calvario per Parretti, arrivò di nuovo la galera e tutto questo polverone portò al crollo della MGM.
Il documentario di Amidei ben fatto, avvincente, ricostruisce con tesi e antitesi la figura di Parretti e permette di vedere quell’uomo che con franchezza, schiettezza da uomo semplice mostra ancora la scaltrezza e l’intelligenza del grande manager. Un’opera che merita di essere vista e che testimonia una pagina importante del nostro cinema, che a prescindere da tutto quello che si può dire su Parretti, con lui l’Italia ha dominato Hollywood, seppure per poco. E più che le cronache giudiziare, gli aneddotti e le chiacchiere parlano alcuni film che sono stati prodotti sotto di lui: Rocky V, Thelma and Louise, La casa Russia, vicendo sei Oscar e due palme d’oro. Il leone ora è Orvieto, ma i suoi concittadini si ricordano senz’altro, quando presentò l’acquisizione della MGM, facendo diventare il comune umbro il centro di Hollywood.
Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia