(ASI) Perugia - Come ogni anno torna l’appuntamento con il mercato delle Gaite. Dal 14 al 24 giugno, il comune di Bevagna, considerato fra i borghi medievali più belli d’Italia, si tinge dei colori dell’epoca regalando un meraviglioso spettacolo di mestieri e di costumi antichi ai numerosi visitatori che ogni anno vi giungono.
Con il termine Gaita vengono indicati i quattro quartieri nei quali erano divisi Bevagna e il territorio circostante in epoca medievale. Lo scopo della rievocazione è quello di ricreare la vita quotidiana degli abitanti del luogo nel periodo compreso tra il 1250 e il 1350. Per dieci giorni questo incantevole borgo medievale rivive quel lontano passato: le antiche botteghe dei mestieri riprendono vita e le strade riaccendono le fioche luci medievali rendendosi teatro dei mestieri e dei giochi dell’epoca.
Per l’occasione le Gaite ( San Giorgio, San Giovanni, San Pietro e Santa Maria) si affrontano in un clima di sana competizione in quattro differenti gare: la gara del mercato, la gara dei mestieri, quella gastronomica e la gara sportiva di tiro con l’arco. Una commissione di professori esperti sarà chiamata a giudicare le varie prove attribuendo il palio della vittoria alla Gaita dimostratasi più fedele alla ricostruzione storica.
La cura e l’attenzione rivolte a questa importante manifestazione del panorama europeo dimostrano l’importanza assunta dall’epoca medievale nella storia dell’umanità e gli incredibili passi avanti che in quei secoli, erroneamente definiti ‘Bui’, l’uomo è stato in grado di compiere. Proprio durante il Medio Evo, infatti, le comunità hanno apportato mutamenti importanti in vari ambiti, fra cui quello economico e amministrativo, cercando di progredire e di migliorare le condizioni di vita attraverso lo sfruttamento delle risorse di cui godevano.
La festa si sviluppa ogni anno nella seconda metà del mese di giugno e vive il suo momento più rappresentativo nei giorni del mercato durante i quali ciascuna gaita esprime i propri tratti caratterizzanti, pur nel rispetto della ricostruzione storica. Ciascun visitatore può calarsi nell’atmosfera medievale che i vari artigiani riescono a ricreare per le vie del borgo con maestria ed esperienza e all’interno di ogni bottega si possono ammirare stoffe, oggetti in cuoio, vimini, carta, ferro battuto, candele lavorate a mano e vari cibi fra cui formaggio, pesce, pane, focacce.
Per rendere la rievocazione storica ancora più realistica e spettacolare ogni anno vengono riproposti i mestieri secondo le tecniche di lavorazione dell’epoca: la Cartiera è il luogo in cui viene riprodotta la ‘carta bambagina’, realizzata con la polpa degli stracci. I tessuti vengono selezionati, macerati e ridotti in poltiglia per poi essere sottoposti alle fasi di asciugatura, collatura e calandratura. Da questa lavorazione in epoca medievale si ricavava il foglio di carta.
Il Setificio è il luogo in cui è possibile assistere alla lavorazione della seta, dalla fase di allevamento dei bachi sulle foglie di gelso fino ad arrivare alla torcitura del foglio con un particolare strumento, chiamato ‘torcitoio’. La Cereria è il laboratorio in cui si producono le candele attraverso l’utilizzo di cera d’api: la cera viene sciolta e poi calata su stoppini di canapa affinché prenda forma. Infine è possibile visitare la bottega del Dipintore, in cui si può ammirare l’arte della tempera su tavola, una particolare tecnica pittorica.
Fra i momenti più suggestivi della rievocazione medievale possiamo segnalare la cerimonia di apertura del ‘Mercato delle Gaite’, durante la quale i paesani si riuniscono nella piazza del paese; la gara di tiro con l’arco che costituisce anche un’occasione per godere, sia con la vista che con il gusto, di immagini e di sapori ormai dimenticati e nell’ultimo giorno di festa l’assegnazione del palio alla Gaita che ottiene, al termine delle quattro gare, il punteggio maggiore. Questo è il giorno di grande euforia durante il quale il visitatore continua ad essere accolto con gioia e forte senso di ospitalità dagli abitanti del paese, ma è anche l’occasione per assaporare le pietanze tipiche dell’epoca medievale e per godere di quel sano spirito di aggregazione e di condivisione che è andato perdendosi e che ci fa sentire parte di una favola antica.
Maria Vera Valastro - Agenzia Stampa Italia