(ASI) L’avventatezza e i segreti che mettono in una posizione molto critica il discusso capitano Francesco Schettino. 14 Aprile 1912 - 13 Gennaio 2012. Cento anni di distanza che fanno rabbrividire sia per chi vede una maledizione nel numero 12, sia per il fatto che a distanza di tutto questo tempo sia possibile un disastro come quello del Concordia.
Molte sono le ipotesi che si sono fatte (evento imprevedibile, sabotaggio, attentato) ma quella indiscutibilmente più plausibile è l’errore umano. Come affondò il Titanic, così pare per lo stesso motivo stia affondando il Concordia. La nave più grande del Mediterraneo, ammiraglia della Costa Crociere, che può trasportare oltre 4000 passeggeri e con una tecnologia di ultima generazione sembra impossibile che affondi di fronte alle coste dell’isola del Giglio.
Il Titanic aveva le attenuanti che non c’erano i radar di oggi, che faceva una tratta molto più difficile e che i soccorsi tardarono ad arrivare. Lo scenario del Concordia è molto diverso, i soccorsi sono arrivati subito, il mar Tirreno è ben poca cosa rispetto all’Oceano Atlantico e le tecnologie del 2012 sono oltre ogni modo superiori a quelle del 1912. Sembrerebbe proprio una beffa o meglio una maledizione, considerando che al varo della nave la bottiglia non si ruppe, presagendo segno di sventura per la nave; infatti, sempre nel 2008 (anno della sua inaugurazione) ebbe dei problemi perché ci fu un guasto nei pressi del porto di Palermo.
Ma quello che in questa tragica vicenda più spaventa e fa riflettere è l’atteggiamento del capitano Francesco Schettino, che probabilmente è la sola e unica causa del disastro del Concordia. Bisogna precisare che il capitano già si rese protagonista in negativo il 17 Dicembre 2011, quando decise di continuare la rotta, uscendo dal porto di Marsiglia, con un vento che avrebbe potuto creare non pochi danni, ma in quell’occasione la fortuna salvò il Concordia. Quindi si può notare una certa avventatezza dello Schettino, infatti pare che la nave si sia eccessivamente avvicinata alla costa, venendo meno alla rotta prestabilita. Ciò sembra per fare un “inchino”, cioè un omaggio, che si usa fare tra gente di mare a qualcuno che sta a terra, avvicinando la nave alla costa. L’inchino come confermato, sarebbe stato dedicato all’ammiraglio Palombo, l’ex secondo nonché amico di Schettino, non più sul Concordia da pochi giorni, proprio originario del Giglio. Si è pure ipotizzato che fosse dedicato al maitre Antonello Tivolu, sempre nativo dell’isola del Giglio, tanto è vero che alle 21.08 (pochi minuti prima dell’incidente) la sorella Patrizia scrisse su Facebook “Tra poco passerà vicina vicina la Concordia di Costa Crociere, un salutone a mio fratello che finalmente sbarcherà a Savona per godersi un po’ di vacanza”. Segnale questo che l’inchino era stato programmato, anche se pare che né la Costa né il sindaco fossero a conoscenza di questa manovra. Lo stesso sindaco, Sergio Ortelli, precisa che “così vicina non era passata mai”, neppure nel riconosciuto e programmato inchino del 9 agosto. In quell’occasione il sindaco scrisse una lettera di ringraziamento, sul sito Giglionews.it, ma allora era d’estate con il Sole e tutti i turisti potevano vedere l’operazione; a Gennaio questa manovra poteva essere concepita solo come omaggio a qualcuno in particolare, non essendoci turisti e pertanto sarebbe da escludere l’ipotesi che Schettino volesse emulare l’operazione per prendersi i ringraziamenti degli isolani. La tesi che l’inchino fosse per Palombo è la più accreditata, perché coincide sia il fatto che fosse originario del Giglio, che abbia lasciato da pochissimo il Concordia e che proprio in occasione del 9 Agosto fu lo stesso Palombo, in quanto nativo del Giglio a comunicare all’isola la manovra. Palombo è stato interrogato perché tirato in ballo, anche se, come si può dedurre, del tutto estraneo ai fatti.
La Procura della Repubblica di Grosseto ha molto da rimproverare a Schettino, agli arresti domiciliari (l’arresto non è stato convalidato!), accusato di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave. Inquietante sono le telefonate che stanno circolando nella rete, dove il comandante Gregorio De Falco del porto di Livorno rimprovera duramente l’atteggiamento inerte e confuso dello Schettino, dandogli precise istruzioni che il capitano napoletano tentennava a eseguire; addirittura le telefonate sono la prova dell’abbandono della nave (con oltre 100 persone a bordo) dello sciagurato capitano. Molti passeggeri hanno poi confermato, che le operazioni di evacuazione all’interno del Concordia erano disorganizzare e confuse, anche perché pare che lo stesso equipaggio si sia ammutinato allo smarrito e poco autorevole Schettino.
Intanto i morti sono saliti a 11 (5 cadaveri sono stati trovati nella nave) e mancano ancora 22 persone all’appello, si stanno provando a creare dei varchi nello scafo per cercare di trovare qualche superstite, seppur le speranze siano quasi del tutto svanite. Gli errori di Schettino, che ora rischia 15 anni, possono essere ancor più gravi per l’Italia, sia perché si rischia un disastro ambientale se non si provvede a rimuovere il colossale Concordia, sia perché sarà un durissimo colpo economico che d’immagine per la Costa crociere.
Personalmente sono stato nel Concordia e mi sembra a dir poco incredibile che una nave così bella, potente e moderna stia ora affondando per colpa della negligenza di un solo uomo, ciò nonostante qualche perplessità sulla resistenza del Concordia rimane e si potrebbe allungare un’oscura ombra sull’industria delle navi, che qualche allarme ha già dato in passato.
Il Concordia dunque è il Titanic del 2012 e questo sciagurato evento tutto made in Italy, sarà annoverato tra i disastri che la negligenza umana ha creato; i morti accertati sono 11, anche se destinati ad aumentare (sperando che non arrivino a 33) e una bellissima nave sta affondando: un capolavoro dell’ingegno umano distrutto da altrettanta scelleratezza. Per chi volesse rivederla nel suo splendore, suggerisco la visione di Natale in crociera con Christian De Sica e Michelle Hunziker, che fu girato anche per promuovere la nuova ammiraglia della costa, per chi invece volesse rendersi conto di quel che è avvenuto in quella maledetta notte si consiglia vivamente di ascoltare le telefonate tra la capitaneria di porto di Livorno e Schettino che lasciano senza parole…
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