(ASI) Con il caldo e la siccità che stringono una morsa l’Italia da nord a sud la pioggia è atteso nelle campagne per salvare i terreni aridi mentre gli agricoltori si preparano a irrigazioni di soccorso per salvare le colture e frutti sulle piante, ma per portare benefici l’acqua deve cadere in modo costante e prolungato mentre i forti temporali con precipitazioni intense rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire la pioggia che cade violentemente e scardina i campi provocando frane e smottamenti. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle frane e agli smottamenti che hanno coinvolto il nord Italia dalla Lombardia al Trentino fino alla Valle d’Aosta a causa dei violenti temporali. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – precisa la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Un fenomeno aggravato dal consumo di suolo con l’abbandono delle campagne e la cementificazione che – denuncia Coldiretti – negli ultimi 25 anni ha fatto sparire il 28% delle campagne. L’erosione di territorio agricolo a beneficio di asfalto, edifici e capannoni causa il fenomeno dell’impermeabilizzazione del terreno che non riesce ad assorbire l’acqua aumentando il rischio idrogeologico. Il risultato – conclude la Coldiretti – è che sono saliti a 7275 i comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, il 91,3% del totale in Italia, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.