Scafa (Pe): La famiglia Di Renzo realizza la “Campana della Maiella”

DiRenzoMastroferraio(ASI) Scafa (Pe) – Come stiamo vedendo nella nostra ricerca sulla lavorazione dei metalli, ed in particolare del ferro battuto in Abruzzo, nella parte orientale della Maiella, sono soprattutto i centri legati a delle antiche signorie feudali che presentano ancora delle sensibili presenze di botteghe artigianali e/o aziende che si occupano della lavorazione del ferro battuto, dell'acciaio e di altri materiali metallici.

A Guardiagrele (Ch), appartenente per alcuni secoli alla Contea di Manoppello, abbiamo intervistato il mastro ferraio Di Prinzio che da generazioni si occupa della lavorazione del ferro batutto, dell'acciaio e dei metalli in genere, sia per quanto concerne la forgiatura di utensili, ma anche per la creazione di vere e proporie opere d'arte.

Vicinissimo a Manoppello (Pe), ed in particolare nella frazione De Contra di Scafa, c'è la bottega della famiglia Di Renzo che da oltre venti anni si occupa della lavorazione del ferro battuto ed in particolare si è specializzata nella forgiatura di una particolare campana, composta da una lega di metalli.

Se le famosisisme campane di Agnone (in passato facente parte degli Abruzzi, oggi in Molise) si usano sia per abbellimento che per i campanili delle chiese, quelle prodotte dalla bottega dei Di Renzo a Scafa, sono utilizzate non solo come supellettili per adornare i locali interni, ma, soprattutto come campanacci per la pastorizia da mettera al collo di ovini e bovini (pecore, capre, mucche e compagnia cantando), ma anche di equini da lavoro, come asini e muli.

La forgiatura di un antico utensile come quello dei campanacci da posizionare sul collo delle mandrie e greggi, ha origini antichissime quanto la Transumanza in terra d'Abruzzo e la famiglia Di Renzo, ha raccolto questa eredità, dagli antichi forgiatori delle campane per i pastori della Maiella e del Gran Sasso.

La famiglia Di Renzo, una delle poche in regione specializzate nel forgiare il metallo, rende le sue campane da pascole uniche ed inimitabili per suono e fattura, con un piccolo segreto che ovviamente è custodito gelosamente dal mastro ferraio che le lavora con tecnica a caldo, incudine e martello sempre allo stesso modo, per dare ai campanacci il caratteristico suono perfetto e inconfondibile.

La manifattura dei campanacci è una tradizione artigianale quasi del tutto scomparsa dal profondo significato culturale, poiché dietro le caratteristiche e il suono di ogni campana, esistono numerose simbologie.

Di campanacci ne esistono di diversi tipi, da quelli ornamentali per interni a quelli di diverse grandezze, peso, spessore del metallo e forme (rettangolare, arrotondanta, ovale) per diversi tipi di animali e/o fasi del pascolo e della transumanza (si va da un peso minimo di circa 250 grammi, fino a quasi 10 kg).

Il suono del campanaccio è determinato anche dalla sua forma e dal suo spessore. Le campane dritte hanno un suono più basso, quelle svasate più alto. Esso, insieme alla grandezza dei campanacci, cambia anche in base al sesso dell'animale della stessa razza per far riconoscere il capo al pastore e non permettere che si smarrisca nella folta vegetazione o durante gli spostamenti. Il tipico suono permette anche all'animale di non perdersi di notte dal gregge ancor di più in caso di nebbia fitta, in cui un tintinnio lento, rapido o irregolare, può segnalare ad esempio una mucca in difficoltà .

Agli esemplari maschili e femminili del gregge si mettono al collo diverse tipologie di campane. I campanacci dei maschi sono pù duri e cupi all'udito e si avvertono poco da lontano, mentre il suono dei campanacci per gli esemplari femmina è più alto e fine ed è udibile maggiormente da lontano.

Altro fattore che influenza il suono delle campane è sicuramente il clima: ad esempio di notte con l'umidità e la foschia l'acustica migliora, mentre col caldo o il freddo intenso è meno buona.

Ne consegue che la scelta del campanaccio da parte dell'allevatore è ancora oggi una operazione delicata. Un pastore esperto deve avere l'udito aguzzo in grado di riconoscere all'occorrenza il suono di una campana nel concerto di una mandria o di un gregge.

La ricchezza e la varietà della batteria dei campanacci determinano la musica e l'armonia dell'orchestra transumante che varia anche se la mandria o il gregge sono in marcia o fermi, se sono al pascolo, raggruppate o sparse, se l'animale è più tranquillo o nervoso, a tal punto che il campanaccio ha un certo valore musicale che è stato studiato anche dall'Università di Melbourne, tramite delle ricerche fatte anche in Abruzzo nei pascoli dell'Altipiano del Piccolo Tibet a Campo Imperatore.

Dunque, da strumento di lavoro per i pastori, i campanacci sono diventati oggetto di ricerche universitarie e souvenir per turisti e collezionisti.

Essi hanno un certo mercato in Abruzzo, soprattutto nelle aree interne della regione, dove è ancora viva l'attività pastorale e questi oggetti possono essere acquistati o su ordinazione, oppure direttamente nelle fiere che vengono svolte, di cui la più famosa è in Abruzzo sicuramente la “Fiera della Pastorizia” di Piano Roseto di Crognaleto (Te) che si svolge a inizio luglio e ha oltre un secolo e mezzo di vita.

Ma, sentiamo cosa ha dichiarato al nostro taccuino il mastro ferraio Renzo Daniele Di Renzo di contrada De Contra di Scafa (Pe) che ci ha parlato della sua attività di forgiatore di campane ornamentali e campanacci per le mandrie e i greggi:

Ci parli brevemente della sua azienda...“Ho iniziato nel 1996 mettendo in pratica le mie conoscenze scolastiche dell' Istituto Professionale di Bolognano (Pe) da me frequentato con specializzazioni carpenterie e lavorazioni in ferro. Inizialmente, mi occupavo sia di ferro che di legno”.Che genere di lavorazioni in ferro realizza?

Qualsiasi cosa in ferro battuto sia artistica che artigiana. Ma, in particolare con una lega di metalli composti realizzo delle campane”.Ci parli brevemente di questa campana?“Sono una manciata di anni che realizzo questo manufatto in virtù delle mie conoscenze sul settore. In zona, credo di essere pressocché l'unico a realizzare la campana della Maiella”.Quali sono le fasi della lavorazione?


“Si prendono inizialmente dei pezzi di materiali ferrosi come lamiere o delle strutture tubulari rotondeggianti che si allargano per dargli la forma della campana, per poi diventare ovalizzate tramite la pressatrice; successivamente si fanno tre spicchi di chiusura che vanno a chiudere il tutto, mettendo anche il gancio del battocchio che si realizza con tondini di ferro dove battere. La mia campana è una lavorazione moderna, diversa da quella antica di Agnone nell'Alto Molise”.

Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia

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