(ASI) Sono passati poco più di 2 mesi dalla chiusura per risanamento della linea ferroviaria ex Fcu (Ferrovia Centrale Umbra). Eppure, nonostante i lavori di ripristino ed aggiornamento stiano procedendo con un buon ritmo, pare proprio che nulla possa fermare il declino di una ferrovia, dei suoi mezzi e dei suoi uomini, e dei suoi utenti, abbandonati a se stessi.
Un treno per capire
La misura dell’abbandono in cui versa la storica tratta ferroviaria ed il materiale che vi operava, è ben percettibile nell’osservazione del treno regionale 22814 Perugia – Terontola. Si tratta di un treno svolto su traccia oraria di Trenitalia con materiale Aln 776 di proprietà della ex Fcu, oggi Busitalia. La fatiscenza del mezzo è chiaramente ed immediatamente percettibile. Graffiti che lo deturpano completamente rendono le due automotrici un vero e proprio carro merci con panchine. Se non fosse per l’illuminazione artificiale di bordo, i passeggeri viaggerebbero al buio totale. Non va meglio per il personale di macchina, anch’esso costretto ad operare con visibilità limitata dai disegni di certi soggetti che hanno “espresso” la loro “creatività” deturpando una proprietà pubblica. Resta da capire come e perché i mezzi di proprietà della ex-Fcu, e quindi oggi di Busitalia, continuino a versare in condizioni di degrado simili; perché non vengano sottoposti alla giusta manutenzione e cura per ripulirli e rendere il viaggio dei passeggeri più confortevole, o almeno consono agli standard minimi di una nazione dell’Europa occidentale.
Di fatto si tratta dello stesso treno che meno di 3 mesi fa aveva sofferto di un’avaria all’impianto frenante e che solo grazie al coraggio e alle competenze del proprio equipaggio di bordo, era riuscito a raggiungere Perugia dopo una vera e propria odissea. Anche in quell’occasione il treno si presentava gravemente deturpato e vandalizzato, tanto da spingere alcuni passeggeri ad affermare che “era come una prigione”. Questa affermazione è ancor più grave se si pensa che questo treno, in virtù dell’attuale contratto di servizio stipulato dalla regione Umbria con Trenitalia, non solo è uno dei più importanti collegamenti tra la rete ferroviaria umbra e quella nazionale, ma rappresenta un asse strategico per il turismo diretto in Umbria, e per i tanti lavoratori e studenti che lo utilizzano in coincidenza con i treni che da Terontola li porteranno alle proprie destinazione del nord e del sud Italia.
Mentre la regione Umbria sta portando a termine le trattative per poter ottenere un Frecciarossa che colleghi Perugia direttamente con Milano e Torino, nell’incertezza della futura sopravvivenza dello stesso alla prima fase di sperimentazione; l’Umbria dei pendolari, dei viaggiatori, degli studenti, ed i tanti turisti che vengono a visitarla, hanno la certezza che il viaggio sarà scomodo, con standard qualitativi ben al di sotto del minimo sindacale e che le problematiche potrebbero non essere limitate al solo confort di viaggio, ma anche a ben più incisivi disagi. In tutto ciò chi ancora una volta cerca di fare la differenza non sono certo dirigenti e politici, ma gli equipaggi dei treni ex – Fcu, formati dalla regione Umbria con soldi pubblici degli umbri, la cui preparazione riesce a far la differenza, ed il cui attaccamento al proprio dovere si è mantenuto intatto malgrado il passaggio di gestione a Busitalia.
I lavori
Va comunque detto che l’accordo tra Regione Umbria ed Rfi per il rilancio della rete aziendale ex- Fcu (linee Sansepolcro – Perugia Ponte San Giovanni e Perugia Ponte San Giovanni – Todi - Terni) procede speditamente. Nonostante nei giorni scorsi siano circolate alcune polemiche sui sociale network sulla presunta volontà di smantellamento, queste sono state prontamente smentite dai fatti.
Sulla tratta nord, quella tra Perugia e Sansepolcro, i lavori hanno visto, già nel corso della scorsa settimana, la rimozione totale dei vecchi binari e della vecchia massicciata per permette la creazione della sede ferroviaria ex – novo. Si tratta di un procedimento volto al consolidamento della sede su cui verranno posti massicciata e binari secondo i nuovi standard qualitativi e di sicurezza dettati dall’ANSF, ente unico per la sicurezza ferroviaria in Italia. Tali lavori consentiranno di avere una sede ferroviaria più solida, con minori oneri manutentivi, ed un innalzamento delle velocità massime dei treni (previa ovviamente altri interventi di messa in sicurezza della linea). Nel complesso, a meno di altre sorprese, ci sono buone possibilità di potersi aspettare la riapertura della tratta nord entro i tempi previsti, o comunque con ritardi minimi. Riapertura ovviamente per quanto riguarda la sede fisica del binario. Per le infrastrutture di sicurezza e dell’eventuale alimentazione a filo di contatto, che consentirebbe l’uso di treni elettrici, è ancora tutto da vedere. Inoltre l’introduzione dei nuovi apparati di sicurezza ACEI, con gara d’appalto europea, potrebbe portare a ritardi anche significativi qualora non venga svolta per tempo.
Resta comunque il nodo di cosa circolerà sulla nuova FCU. Il materiale rotabile originario (ancora indispensabile in quanto le Aln 776 sono l’unico rotabile in Italia al momento omologato per la salita del tratto diramazione da Perugia Sant’Anna – Perugia Ponte San Giovanni) non si presenta certo in condizioni ottimali per garantire l’eventuale servizio metropolitano sulla ex Fcu. Inoltre, parte di detto materiale, è tutt’ora impiegato per i servizi Terni – L’Aquila, anche in questo caso, unico rotabile in Italia avente le caratteristiche più idonee per il tipo di servizio richiesto. Invece i Pintoricchio (treni elettrici tipo Minuetto Coradia in dotazione anche a Trenitalia e ad altre aziende) si presentano ancor più logorati dalla mancanza di manutenzione e dalla cannibalizzazione dei pezzi di ricambio per consentire fino all’ultimo la circolazione di uno solo dei treni acquistati a suo tempo.
La vicenda della ex-Fcu resta dunque ben lungi dall’essere chiusa, e tanto meno dal risparmiare colpi di scena.
Alexandru Rares Cenusa - Agenzia Stampa Italia
Foto dello stato dei lavori sulla tratta nord della ex-Fcu ai primi di novembre 2017. (Foto E. Benda)