(ASI) Tutto ha inizio nella giornata di giovedì; nel pomeriggio precisamente, quando escono i primi comunicati stampa di Current TV - canale d’informazione noto per una linea editoriale indipendente - dai quali emerge la denuncia di un’inaspettata chiusura da parte di Sky, che ne ospita i palinsesti.
La sera, gli studi di “Annozero” hanno poi ospitato il suo fondatore Al Gore - vicepresidente degli Stati Uniti nell’era Clinton e rivale di George W. Bush alle presidenziali del 2000 -, il quale ha sfruttato il palcoscenico fornitogli dalla diretta tv in prima serata per ribadire il concetto: Rupert Murdoch (proprietario di Sky) starebbe conducendo una manovra d’ostruzionismo verso il canale Current TV per eliminare una voce scomoda e - sempre stando alle parole di Al Gore - per ingraziarsi il premier Berlusconi, con il quale il magnate australiano starebbe trattando per i diritti nel digitale terrestre. Infine, l’ex vicepresidente americano si è speso in un appello rivolto ai telespettatori Sky: “Italiani, soltanto voi potete cambiare le cose. Telefonate a Sky o mandate delle mail per esprimere il vostro dissenso sulla chiusura di Current. Per chi racconta la verità in Italia - ha concluso - non c'è momento più critico di questo”.
La mobilitazione auspicata da Gore non s’è fatta attendere, come era d’altronde prevedibile, dati i successi ottenuti dal 2008 (anno di fondazione della versione italiana) ad oggi da parte del canale Current TV: vincitore dell’Hot Bird Awards 2010 e indicato dai telespettatori come uno dei migliori prodotti televisivi in termini di documentari e inchieste. Telefonate e mail di protesta sono piovute addosso al colosso Sky già dalla mattina di venerdì, per chiedere di non oscurare un’espressione di libertà qual è Current TV. La risposta da parte di Sky è giunta mediante un comunicato che ribalta i termini della questione, rifiuta categoricamente la tesi del complotto e fa risalire le cause della chiusura a questioni meramente economiche. Il comunicato di Sky dichiara, infatti, che Current TV avrebbe declinato una proposta di rinnovo in linea con il mercato, chiedendo il doppio dei soldi offerti. Richiesta giudicata “decisamente troppo alta, specie in relazione alle recenti performance del canale”. Conclude il comunicato con un contro-appello (coniugato al singolare) ai telespettatori: “Se davvero desidera che Current TV rimanga in Italia, scriva a Joel Hyatt (socio di Al Gore, ndr) e gli chieda - con la stessa determinazione con cui ha scritto a me - di accettare la nostra offerta, come hanno fatto tantissimi editori, e noi saremo molto felici di avere Current TV su Sky per altri tre anni”.
Soltanto questioni di ascolti e vil danaro, dunque? Neanche per sogno! - tuonano da Current TV. Poche ore dopo, la guerra dei comunicati ha avuto una nuova puntata, dagli uffici di Current TV è partita la risposta alla versione fornita da Sky. Si accusa l’emittente satellitare di prendersi gioco dei propri abbonati: “Dite a Sky di smettere di mentirvi”. “Non abbiamo mai chiesto - prosegue Current TV - 10 milioni di dollari: vi stanno dicendo una bugia. I nostri ascolti non sono mai calati, anzi nel corso dell'ultimo anno sono sempre cresciuti. Rispondete a Sky - conclude la lettera - di fare a Current un'offerta corretta”. Proprio nelle ultime ore, Current TV sta diffondendo un’ulteriore nota a conferma della natura politica e non commerciale della chiusura imposta da Sky, pubblicando un fax dello scorso 22 aprile in cui Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, dà il benservito a Joel Hyatt, tre settimane prima dell’offerta triennale sventolata ieri da Sky come prova della sua buona fede e della volontà di mandare avanti le trasmissioni. Si fa riferimento alla cancellazione del canale avvenuta senza alcuna possibilità di negoziazione e senza alcuna offerta di rinnovo; decisione tanto perentoria da essere accompagnata soltanto dalle necessarie note relative al licenziamento in tronco dell’intero staff italiano. Current TV sollecita il pubblico ad un “ulteriore sforzo”, ovvero contattare i centralini telefonici di Sky e disdire l’abbonamento, qualora Sky non si decida a proporre un’offerta economica accettabile a Current TV per mantenere in vita il canale. Contro gli annunciati licenziamenti, per il prossimo lunedì 23 maggio, intanto, previsti scioperi e presidi a Roma (a Montecitorio) e a Milano (alla sede Sky di Rogoredo 1) da parte dei dipendenti Current TV.
Una spinosa questione che trova nel Belpaese un campo di battaglia adeguato, poiché si innesta nel solco delle polemiche di questi giorni intorno ai problemi della libertà d’informazione e dell’occupazione.