In Italia, la spesa annuale procapite per il mal di testa supera i tremila euro per farmaci, visite ed esami specialistici. A questi costi, vanno poi aggiunti quelli in termini di minor rendimento e di assenza sul lavoro: si calcola che un terzo delle donne ed un quarto degli uomini in età lavorativa affetti da emicrania perde, per questa causa, dai 6 ai 20 giorni di lavoro all’anno.
Il mal di testa è talmente diffuso (ne soffre circa l’11% dei maschi ed il 16% delle donne della popolazione adulta italiana) che la SISC - Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (società scientifica multidisciplinare fondata nel 1976) da tre anni promuove la “Giornata Nazionale del mal di Testa” per informare e sensibilizzare i cittadini sul problema. “Un problema tanto diffuso quanto trascurato, ovvero spesso auto-gestito, e quasi sempre mal gestito dal paziente”, come sottolinea la dottoressa Paola Sarchielli, responsabile del Centro Cefalee presso la Clinica Neurologica dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia.
Quest’anno, la giornata si svolgerà il 21 maggio, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio del Ministero della salute, della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e degli Enti locali interessati. L'iniziativa, non ha scopo di lucro, né di raccolta diretta di fondi.
Su tutto il territorio nazionale, in piazze, centri commerciali, strutture sanitarie pubbliche e private, medici specialisti dei Centri cefalee accreditati dalla SISC sui vari territori, saranno a disposizione dei cittadini per informare, distribuire materiale divulgativo e rispondere a quesiti sul mal di testa.
Particolare attenzione sarà rivolta ai giovani, alla problematica della cronicità del dolore ed al cattivo uso o abuso di farmaci sintomatici. L’obiettivo delle iniziative è quello di educare al corretto monitoraggio delle cefalee, all’adeguato trattamento dei singoli episodi ed alle terapie di prevenzione.
Le cefalee includono forme primarie (ovvero, patologie in sé, da trattare per impedire l’aumento della frequenza e dell’intensità delle manifestazioni) come l’emicrania, la cefalea a grappolo, la cefalea di tipo tensivo; e cefalee secondarie, per alcune delle quali, le così dette cefalee pericolose, il riconoscimento tempestivo è di fondamentale importanza al fine di evitare conseguenze rilevanti per il paziente, dovute alla patologia sottesa.
La cefalea di tipo tensivo è la più frequente, colpisce fino al 50-60% della popolazione nelle diverse casistiche, ma spesso, nella forma episodica, viene gestita dal paziente stesso, senza consultazione medica. La maggior parte dei pazienti emicranici, infatti, a tutt’oggi, ricorre all’automedicazione con analgesici, da qui la necessità di un maggior coinvolgimento nella problematica dei Medici di medicina generale, che sono il primo baluardo nella rilevazione, cura e prevenzione delle cefalee.
Anche Perugia sarà teatro dell’evento. Presso il Centro commerciale di Collestrada, medici specialisti del Centro Cefalee di Perugia saranno a disposizione, anche con colloqui personali, per sensibilizzare ed informare i cittadini nella gestione del “mal di testa”, quale sintomo di cefalea o di altra patologia.
Il Centro Cefalee di Perugia effettua oltre 2500 visite all’anno con numerosi ricoveri per cefalea ( che variano dal 7 al-10% dei casi) presso il Reparto di Neurologia. Il Centro si propone come Centro di Riferimento per tutta l’Umbria ed è Struttura accreditata SISC di III livello.
A Perugia, la “Terza Giornata nazionale del Mal di Testa” sarà preceduta e arricchita, il giorno 20, da un interessante convegno sul tema delle “Terapie non farmacologiche: quale ruolo nella gestione delle cefalee?”, organizzato dalla Dott.ssa Sarchielli. L’incontro avrà lo scopo di informare il pubblico interessato sulla complessa tematica delle terapie, convenzionali e non, e delle tecniche chirurgiche e di stimolazione che affiancano la terapia farmacologica nel trattamento delle cefalee. Un tema “spinoso”, come lo definisce Sarchielli stessa, perché gli argomenti di cui si occupa incontrano atteggiamenti di scetticismo da parte della medicina ufficiale, e si tratta di tecniche su cui non è facile applicare la metodologia di ricerca praticata per le tecniche tradizionali. Eppure, accogliendo le richieste di molti dei membri dell’Associazione dei pazienti della LIC (Lega Italiana Cefalalgici) la dottoressa Sarchielli e la sua équipe, hanno deciso di dedicare l’incontro del 20 a queste tematiche di indiscutibile interesse sociale.
Si parlerà, in particolare, delle terapie non farmacologiche contro le cefalee, della loro utilità per il paziente, supportata dall’evidenza scientifica di studi e ricerche; e dei vantaggi del loro impiego rispetto all’uso dei farmaci, quali la tollerabilità, il ridotto numero di effetti collaterali e l’assenza di controindicazioni.
Queste terapie sono di natura chirurgica e non. Tra le prime, si parlerà della stimolazione del nervo vago e occipitale, che influenza in maniera superficiale e periferica i centri che modulano il dolore; e della deep brain stimulation, che è, invece, una stimolazione profonda, cerebrale, sull’ipotalamo, efficace contro la fase attiva della cefalea a grappolo, quando divenuta cronica e resistente ai farmaci.
Ma il focus del convegno saranno le terapie non chirurgiche. Per esempio, l’impiego del supporto psicologico nei pazienti con patologie neuropsicologiche o psichiatriche come i disturbi del tono dell’umore. O il ricorso all’agopuntura, tecnica diffusa nonostante non sia disponibile nelle strutture sanitarie pubbliche. O, ancora, la terapia riabilitativa e fisico-posturale per forme di natura muscolare, come la cefalea tensiva. E, poi, le tecniche (come le correzioni ortodontiche) specificamente usate per le cefalee di tipo tensivo non da collo, ma da sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare. Una relazione si occuperà anche, con un excursus storico sulle evidenze, della efficacia contro il dolore cefalico di alcuni principi fitoterapici come vitamina B e coenzima Q10, che recenti studi pubblicati sulla rivista “Neurological” hanno dimostrato utili, in concentrazioni elevate, per ridurre la frequenza e l’intensità dell’emicrania, in quanto migliorano il metabolismo energetico cerebrale e diminuiscono la vulnerabilità verso il dolore.
Per tutte queste tecniche” puntualizza Paola Sarchielli “verso cui il mondo scientifico si sta aprendo a studi e considerazione, vorremmo, nell’incontro del 20 maggio, fare almeno il punto su ciò che è noto ed acquisito in termini di efficacia contro il dolore cefalico”. L’incontro si svolgerà alle ore 16,30, presso il Salone d’Onore della Giunta regionale (Palazzo Donini, Piazza Italia).