(ASI) Il Cairo - «Se non spezzeremo il velo che offusca gli occhi e lʼindurimento del cuore non vedremo il volto di Dio. La carità è lʼunico estremismo che ci viene concesso perché tutti gli altri atti di violenza e integralismo non hanno nulla a che fare con la religione. Nessuna uccisione può portare il nome di Dio». Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai fedeli egiziani che sono venuti a vederlo. Erano in 30mila, copti, ortodossi e musulmani, a seguire la messa di Bergoglio nello stadio dellʼaeronautica del Cairo.
Un viaggio apostolico allʼinsegna della sicurezza, ma senza mezzi blindati, come ha voluto il Papa stesso. Una cornice delicata quella dellʼEgitto attuale, ma i 47 morti della Domenica delle Palme in un attentato rivendicato dallʼIsis non hanno spinto Bergoglio a rinunciare alla visita. «È in questi momenti che dobbiamo mostrare maggiore vicinanza», ha detto.
Il primo giorno gli incontri istituzionali. Appena arrivato, il ricevimento nel Palazzo Presidenziale alla presenza di Abd al-Fattah al-Sisi. Nel pomeriggio lo attendevano i leader religiosi Ahmed al-Tayyeb, imam di Al-Azhar, e Tawadros II, patriarca della Chiesa copta-ortodossa di Alessandria. Gli obiettivi degli incontri, il rilancio del dialogo fra cristiani e musulmani e il respingimento del terrorismo di matrice religiosa. Il Papa si è invece soffermato su temi generali, denunciando le guerre che tormentano il mondo oggi, come 800 anni fa. Bergoglio ha ricordato le sfide da vincere sul piano religioso, le stesse annunciate nellʼincontro fra San Francesco e il sultano dʼEgitto Samil al-Kamil nel 1219, in un Medio Oriente già allora diviso.
In un Paese insanguinato dagli attentati, Papa Francesco invita al dialogo per coinvolgere i musulmani moderati nella lotta al terrorismo, vero nemico della libertà religiosa e della volontà di Dio. LʼEgitto affronta un periodo complesso della propria storia, dove i diritti vengono spesso meno in nome della sicurezza nazionale. Molti si aspettavano una menzione di Bergoglio dello studente italiano Giulio Regeni, ucciso solo per un lavoro di ricerca al Cairo solo un anno fa, una morte dalle dinamiche non ancora chiare.
Il secondo giorno la messa di fronte a sacerdoti, suore e seminaristi, in ricordo dei cristiani perseguitati, ancora tantissimi minacciati dallʼIsis nella zona del Sinai. Nel pomeriggio il rientro dopo circa 48 ore di permanenza con una cerimonia di congedo allʼaeroporto internazionale del Cairo. Nel viaggio di ritorno, la consueta conferenza stampa con i giornalisti.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia