(ASI) Gran Sasso – L'incidente della slavina che ha travolto nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio l'Hotel Rigopiano di Farindola (Pe), alle pendici del Gran Sasso, si sta rivelando come temuto una grave tragedia che purtroppo segnerà la memoria degli Abruzzesi e degli Italiani e forse di tutto il mondo. Le immagine dei soccorritori, dei Vigili del Fuoco italiani che incessantemente scavano per trovare i dispersi, hanno fatto il giro della Terra e commosso l'opinione pubblica.
Dopo i primi salvataggi che ci sono stati in questi giorni, con persone estratte ancora vive dall'Hotel, in queste ultime ore, stanno salendo il numero delle vittime.
Questa mattina, ad esempio, i Vigili del Fuoco hanno recuperato i corpi di senza vita prima di tre uomini e poi di due donne che sono ancora da identificare. Così, il bilancio ufficiale delle vittime sale a 14, 11 sono i sopravvissuti e il numero dei dispersi scende a 15. Ma, la situazione è in continuo aggiornamento.
Mentre, ci sono i primi funerali delle vittime accertate e continuano i soccorsi, le polemiche sulle eventuali responsabilità della tragedia e sui ritardi nei soccorsi non si placano.
Si parla, tra le altre cose, della sottovalutazione dell'allarme lanciato nel tardo pomeriggio di mercoledì 18 che avrebbe potenzialmente fatto ritardare la partenza dei soccorsi, di eventuali ritardi nello spazzamento della neve nella zona.
A tal proposito, sarebbe spuntata una email, acquisita agli atti dalla Procura della Repubblica di Pescara, con la quale alle 15,40 del 18 gennaio (circa due ore prima della caduta della valanga sull'albergo), la direzione dell'Hotel, chiedeva l'intervento urgente del Prefetto di Pescara, del Presidente della Provincia, della Polizia Provinciale e del Sindaco di Farindola per riaprire la strada, consentendo agli ospiti, terrorizzati dalle scosse di terremoto e dalla incessante bufera di neve, di poter tornare a casa, poiché la situazione stava diventando “preoccupante” con “metri di neve”, il terremoto e il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno ormai agli sgoccioli ed i telefoni fuori servizio.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia