Punto a favore per le autorità italiane. Il terrorista era passato per la Francia
La Germania raccontata da chi la conosce: "Bene Angela Merkel"
(ASI) Berlino - Sesto San Giovanni, Milano - «Quello che è accaduto a Berlino ci ha scosso tutti». Lo dice Marco, uno studente italiano che vive in Germania per frequentare la Hertie School of Governance. Cosa potrebbe dire ora che l'attentatore, dopo essere fuggito in Francia, si era rifugiato in Italia nell'arco di pochi giorni?
Impressiona anche di più la sparatoria di Sesto San Giovanni, un paese del Milanese situato pochi chilometri a nord della capitale lombarda. Il killer di Berlino Anis Amri è stato freddato alle tre della notte venerdì 23 dicembre, durante un normale controllo stradale. Luca Scatà e Christian Movio sono gli agenti di polizia che hanno portato a termine l'operazione compensando le lacune delle autorità franco-tedesche. I loro profili sui social network sono stati oscurati per motivi di sicurezza, ora che Movio è ricoverato per una ferita che si è procurato alla spalla. Si è conclusa così la caccia all'uomo iniziata pochi minuti dopo l'attentato.
«Fra Italia e Germania ci sono delle differenze - ha ricordato Marco - La polizia a Berlino è sempre efficiente, puntuale anche per i reati minori, in metro come in strada».
Molti fanno riferimento a un legame con l'immigrazione in Europa. «La presenza straniera qui è massiccia, ma l'integrazione è discreta. Ci sono corsi anche per imparare la lingua. Non credo ci sia un nesso, perché l'organizzazione tedesca rimane esemplare e Angela Merkel è coerente nelle politiche di accoglienza».
Nelle comunità islamiche radicali ci sono molti controlli, ma l'imprevedibilità del terrorismo internazionale è costante in una realtà globale dalle frontiere fluide. Massima allerta anche in Italia. Grandi città come Milano si stanno adeguando per evitare attacchi simili a quello di Berlino.
Giulia ha 27 anni ed è architetto. Tre anni fa ha fatto un tirocinio in Germania e poi ha scelto di rimanere per lavoro. «L'attenzione si percepiva, ma gli attentati rimangono difficili da prevenire. Mai avrei pensato potesse essercene uno prima di Natale a Berlino - ha raccontato - Ad ogni modo nulla può essere rinfacciato alla sicurezza, come trovo ingiusto criticare Angela Merkel per i rischi attuali».
Durante le festività natalizie non mancheranno esercito e forze dell'ordine sulle strade. I controlli ad italiani e stranieri eviteranno ogni disattenzione. «Non so come operino intelligence tedesca e italiana - spiega sempre Giulia - Sicuramente c'è stata una distrazione nelle ore che hanno preceduto l'attentato. La sparizione del mezzo non è stata segnalata subito e tutti sappiamo quel che è accaduto. Tuttavia sono convinta che l'Italia sia stata fino a questo momento solo fortunata. La sicurezza percepita si basa sui fatti avvenuti, non mi sorprenderebbe se accadesse qualcosa di simile nel nostro Paese anche nei prossimi mesi».
Intanto arrivano elogi per la sicurezza italiana, dal Viminale con il ministro Marco Minniti, ma anche da tutti gli schieramenti politici, nazionali e non, Angela Merkel compresa.
L'Italia ha, a detta di molti esperti del settore, il vantaggio di aver conosciuto nel corso della sua storia le brigate rosse, il terrorismo nero, lo stragismo negli anni di piombo e la mafia. Tanti elementi che hanno permesso di rinforzare i reparti speciali di fronte a particolari casi di emergenza.
Opinioni che fanno piacere, ma che non devono invitare ad abbassare la guardia, al di là di ogni possibile azione ritorsiva per il caso Amri.
Lo ha ricordato Giulia stessa. «Ho la certezza di essere fortunata. In Germania, Italia o Francia che sia, di questi tempi chiunque sarebbe potuto finire sotto le ruote di quel tir».
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia