(ASI) Perugia – Il Tribunale di Perugia, con una lucida e sintetica sentenza del 27 novembre 2015, ha condannato un noto supermercato umbro a risarcire i danni patrimoniali e non patrimoniali ad un cliente, scivolato sopra un chicco d’uva caduto dal banco ortofrutta. La condanna, di quasi € 5.000, viene motivata con grande chiarezza dal giudice, che spiega come in casi come questi, non si tratta di provare la colpa del negozio, ma di dimostrare che il danno è stato provocato dalla cosa in custodia, dal pavimento, nel processo in questione.
La Cassazione, infatti, da molti anni ha chiarito che si tratta di responsabilità oggettiva e non di colpa presunta. In parole povere, gli Ermellini, hanno spiegato che il supermercato risponde per il semplice evento, da provare rigorosamente, che il cliente si sia fatto male a causa del pavimento, anche senza colpa del negozio. Il proprietario della cosa, res in latino, si può liberare dalla condanna, solo se dimostra il caso fortuito, un accadimento, cioè, completamento estraneo alla cosa che, da solo, interviene a fare danni. Anche il danneggiato deve provare con serietà alcuni particolari. Innanzitutto che la cosa gli abbia procurato un danno. Dovrà poi dimostrare il danno e la sua entità. Si può scivolare su di un pavimento senza farsi male. In questo caso ci sarebbe l’evento ma non ci sarebbe il danno. Quando, invece, si riesce a dimostrare il danno, bisogna provare a quanto ammonta. Solo a questo punto la palla passa al custode della cosa, quel soggetto che ha il potere sull’oggetto che ha causato il danno. Ma questo signore non avrà vita facile al processo, perché dovrà riuscire a convincere il giudice solo con il caso fortuito. E da circa duemila anni, a partire dai nostri antenati romani, per fortuito si intendo tre cose: il fatto dolo-colposo del terzo, il fatto doloso-colposo del danneggiato ed il caso fortuito vero e proprio, quell’evento completamente imprevedibile che interrompe il rapporto di causa effetto tra la cosa ed il danno. Non è solo raro a prodursi, ma ancor più a dimostrarsi.
Ilaria Delicati – Agenzia Stampa Italia