(ASI) Pesaro - “Vertical bio", così è stata chiamata l'operazione che ha scoperto 350.000 tonnellate di falsi prodotti Bío, per un valore di 120 milioni di euro. Alle indagini hanno preso parte la Guardia di Finanza, gli uomini della Repressione frodi ed il Corpo Forestale dello Stato per un totale di circa 150 uomini, sotto la coordinazione del sostituto procuratore di Pesaro, Silvia Cecchi. Gli alimenti erano sia geneticamente modificati, con diserbanti come il glyphosate e brachizzanti come il clormequat, sia, in alcuni casi, addirittura contaminati.
I 35 indagati importavano da paesi come la Moldavia, l'Ucraina e l'India, alimenti destinati al comparto zootecnico e all'alimentazione umana. Successivamente, venivano rivenduti nell'ambito della Unione Europea ad aziende ignare dell'inganno.
L'accusa è di associazione internazionale a delinquere, per frode in commercio nel settore agroalimentare biologico. Ci sono voluti due anni d’indagini per tutelare il Made in Italy e per la sicurezza dei consumatori.
Quattro arresti domiciliari e quattro misure d’interdizione, con il divieto di esercitare attività di impresa. Gli indagati erano sparsi in varie regioni: Marche, Abruzzo, Sardegna, Emilia-Romagna, Molise. Il capo dell'organizzazione è un ultra settantenne della zona di Comacchio, chiamato con il nome in codice di “maestro Joda”.
Il biologico sta diventando sempre più a rischio per il fatto di avere un grande successo con conseguente aumento della domanda, rendendo più frequenti le frodi alimentari. La certificazione Bío rischia di non poter essere più considerata una garanzia; la Coldiretti raccomanda di comprare prodotti a filiera corta, acquistandoli o da produttori locali o nei mercatini. L'Italia è costretta a importare soia e mais da paesi esteri, questo si ripercuote soprattutto nell'allevamento del bestiame, a tal punto che Federbio sta progettando di sostituirli con il favino, piselli, ceci e legumi, tutti vegetali che possono essere prodotti in Italia. I Nac dei Carabinieri, corpo che ha l'obiettivo di tutelare il settore agro alimentare nei suoi vari aspetti, ribadiscono l’importanza della collaborazione dei cittadini che, di fronte a un sospetto caso di frode, possono chiamare il numero verde nazionale antifrodi 80 00 20 320 gestito direttamente dai Carabinieri.
Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia