(ASI) Belluno - Il sovraffollamento delle carceri è un problema italiano conosciuto ormai da diversi anni. Probabilmente non sorprende nemmeno che questa notte vi sia stata una rivolta nel carcere di Baldenich a Belluno. Troppo poche le celle, e troppo affollate. Verso le 21.00 alcuni detenuti hanno cominciato a sbattere pentole ed oggetti di vario tipo contro le sbarre e le porte delle celle per contestare il sovraffollamento, la carenza di educatori e di colloqui:sono state gettate anche delle bombolette a gas che si usano per cucinare lungo i corridoi. La situazione è degenerata completamente quando un nomade, condannato per furto aggravato, assieme al cugino e ad un terzo compagno di cella extracomunitario, ha cominciato ad alterarsi. Poco prima si era rifiutato di rientrare dopo le ore a stanze aperte previste dal nuovo regime di detenzione, perché non era stata esaudita la sua richiesta di parlare con il comandante della polizia penitenziaria, presentata la mattina e riproposta durante il pomeriggio. Immediatamente è scattato il piano di allerta: sono intervenuti rinforzi da altri istituti penitenziari del Triveneto, allertate le altre forze dell'ordine e infine verso le 2.00 circa è arrivato anche il Provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, Enrico Sbriglia che assieme al direttore della struttura e al comandante ha realizzato quale fosse la situazione.
In sostanza, mancano molte cose alle carceri italiane: personale, formatori, educatori, poliziotti stessi. Al contrario, i detenuti sono decisamente troppi.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia