(ASI) "Il Governo non metta mano ai benefici fiscali riconosciuti alle famiglie sul costo del lavoro domestico. Sarebbe grave se venissero confermate le voci che parlano di un intervento in questo senso".
È questo l'allarme lanciato da Andrea Zini, vice presidente di Assindatcolf, associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, componente Fidaldo e aderente a Confedilizia.
"Si tratterebbe di un errore di valutazione molto pesante, - ha continuato - che non tiene conto della realtà che vivono le famiglie italiane ma anche dei numeri che riguardano il settore. Un comparto in continua espansione anche a fronte della crisi economica, che oggi in Italia conta circa 900 mila persone, a cui si aggiungono, secondo alcune stime dell'Istat e del Censis, altrettanti lavoratori completamente in nero. Quasi due milioni di lavoratori, dunque, tra colf, badanti, baby sitter, che svolgono a tutti gli effetti un ruolo di 'welfare alternativo' allo Stato, comportando anche considerevoli risparmi nel settore sanitario. Ecco allora - ha continuato Zini - che parlare di riduzione, o peggio ancora, di eliminazione di agevolazioni fiscali per le famiglie non avrebbe alcun senso, al contrario andrebbero incrementate le agevolazioni, anche per riconoscere alla famiglia quel ruolo di motore sociale ed occupazionale che in particolare negli anni della crisi, suo malgrado, ha dovuto assumere. Per questo - ha concluso il vice presidente Assindatcolf - chiediamo al Governo un tavolo di confronto per parlare di proposte concrete. La nostra è da sempre quella di promuovere la deducibilità totale del costo del lavoro domestico".
Redazione Agenzia Stampa Italia