(ASI) È la mamma la figura di riferimento dei giovani italiani. Quando si domanda ai ragazzi di indicare una persona irrinunciabile nella propria vita, quella con cui si confrontano più frequentemente per parlare di se stessi, il riscontro è quasi sempre univoco: la figura materna.
La mamma stacca tutte le altre figure in maniera netta: è la più importante per il 33% dei ragazzi italiani su un campione di 1727 giovani tra i 19 e i 30 anni. La differenza tra la centralità della mamma e quella del papà è talmente alta da marcare una distanza importante (9% per i padri, a fronte del 33% per le madri).
E’ quanto emerge dall’ indagine del Rapporto Giovani (www.rapportogiovani.it), promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo.
È bene evidenziare che la netta centralità della mamma, come principale riferimento, attraversa l’Italia con una certa trasversalità. La madre risulta figura irrinunciabile in maniera uniforme nella nostra penisola: al Nord, per il 33% degli intervistati, al Centro, per il 31%, al Sud per il 32%.
La mamma incide positivamente su tutti i bisogni e desideri dei figli, senza prevalere in nessuna area ma presenziando di fondo in tutte: è una figura factotum, il passepartout utile per ogni evenienza. È lei che risulta in grado di comprendere i figli, è lei che sa ascoltare, è lei che dà consigli, è lei la persona con la quale ci si confida. Non solo: ha esperienza, è coerente, autorevole, sa far comprendere gli errori commessi e fornisce serenità e gioia di vivere.
Le madri rappresentano più di tutte quelle persone che, anche nell’emancipato 2015, sono vicine alle nuove generazioni, quelle delle quali ci si può fidare perché non agirebbero mai contro l’interesse del proprio figlio, se non per il suo bene.
Se quest’ultima immagine può risultare per certi versi stereotipata e prevedibile – seppur vera ed operante – è forse più interessante osservare come permanga la funzione di ascolto e comprensione della mamma. Già da molti anni vicina quasi, ma non sovrapponibile, ad una figura amicale, la mamma porta con sé l’assenza e la minimizzazione della dimensione conflittuale, fungendo da indirizzo e guida anche in età segnate da autonomia ed indipendenza di giudizio.
La mamma rappresenta un punto di ancoraggio ed in alcuni casi copertura – seppur non esclusiva – di tutte le zone di bisogni, sì espressivi ma anche strumentali, di salvezza e consiglio. La figura paterna emerge da questa rilevazione come poco influente, poco presente, defilata e secondaria. La disparità tra le due figure genitoriali, non nuova, è di certo ancora presente e può fungere da spunto per suggerire ad ognuno riflessioni ed approfondimenti personali.
“Per i giovani – dichiara Rita Bichi, docente di Sociologia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e tra i curatori del rapporto – la mamma copre tutti i bisogni, pur se rimangono importati altre figure come quelle amicali, per la comprensione e l’ascolto, e come quella del partner, per la serenità e l’entusiasmo della vita. I papà, dal canto loro, sebbene staccati dalle madri come punti di riferimento, vengono comunque considerati figure autorevoli, in grado di dare sempre il consiglio giusto. Usciti dall’ambito familiare e delle conoscenze personali, l’unica figura pubblica che i giovani considerano un riferimento è quella del Papa”.