(ASI) Città del Vaticano - "viviamo un tempo di guerra" queste le parole del Santo Padre durante il saluto ai fedeli armeni prima dell'inizio della Messa per il centenario del martirio armeno, il Papa ha anche detto "una terza guerra mondiale a pezzi, in cui assistiamo quotidianamente a crimini efferati, a massacri sanguinosi e alla follia di distruzione - poi aggiunge - anche oggi stiamo vivendo una sorta di genocidio causato dall'indifferenza generale e collettiva, dal silenzio complice di Caino che esclama << a me che importa? Sono forse io il custode di mio fratello?>>".
Purtroppo oggi molti forse troppi uomini e donne possono dirsi un po' Caino, ma questa indifferenza, come dichiarato da Bergoglio rende la società complice di quanti compiono atti violenti.
Poi Papa Francesco ha spiegato che fare memoria di quel tragico evento è necessario "perché laddove non sussiste la memoria, significa che il male tiene ancora aperta la ferita - e prosegue - nascondere il male è come lasciare che una ferita continui a sanguinare senza medicarla"; poi nella certezza che il male non viene mai da Dio, Papa Francesco ha detto " professiamo che la crudeltà non può essere mai attribuita all'opera di Dio e per di più, non deve assolutamente trovare nel Suo Santo Nome alcuna giustificazione". In conclusione ha aggiunto "questa dolorosa ricorrenza diventi per tutti motivo di riflessione umile e sincera e di apertura del cuore al perdono".
Un perdono difficile da accordare ma doveroso, perché non sia vano il sacrificio che il Signore ha subito sulla Croce.
Erika Cesari - Agenzia Stampa Italia