(ASI) Intervista a Sijie Xie, giovane imprenditore cinese che ha voluto investire in Italia.
Per prima cosa parlami di te.
Sono nato a Taizhou una città a due ore da Shanghai. Dopo il liceo ho deciso di fare un'esperienza all'estero perché volevo scoprire la cultura occidentale. Tra le tante mete tra cui potevo scegliere ho deciso di trasferirmi in Italia perché nel bel paese potevo alimentare la mia passione per il calcio e perseguire il mio interesse per la religione cristiana. Oggi studio all'università cattolica scienze politiche delle relazioni internazionali, allo stesso tempo insegno cinese alla scuola renai e faccio l'educatore presso la parrocchia del quartiere di Chinatown di Milano.
Da cosa nasce la voglia di dar vita a “Sulla via della seta”?
Dopo tre anni e mezzo in Italia ho voluto fondare assieme a due amici, Han Ruan laureata al conservatorio Verdi di Como e Chen Chen studente all’accademia di Brera, una società che potesse dare la stessa opportunità che abbiamo avuto noi ad altri studenti. Come un tempo esisteva la via della seta, la famosa via commerciale che si sviluppava per 8.000 km collegando l’impero cinese degli han all’impero romano, così oggi esiste sulla via della seta.
Quindi una nuova opportunità di dialogo fra culture. Quali sono le attività che volete portare avanti, in modo da creare questo legame tra Cina e Italia?
La società si propone di diventare un collegamento diretto tra la Cina e l’Italia, un ponte, per accorciare metaforicamente le distanze tra due culture apparentemente così diverse favorendo gli scambi tra gli studenti di entrambi i paesi. “Sulla via della seta” organizza molti corsi estivi ed eventi che hanno per oggetto l’arte e la musica, oltre a diffondere materiale informativo sulla cultura cinese e italiana. Tra gli eventi in calendario per il 2015 spicca il concorso internazionale di musica Vivaldi, un concorso di canto lirico, violino e pianoforte che inizierà a maggio e terminerà ad agosto. Il concorso si svolgerà in parte a Shanghai e in parte a Milano. Le altre iniziative in programma per questo anno comprendono diverse mostre di arte, corsi di disegno ed esibizioni musicali. Speriamo che siano in molti a sfruttare le opportunità offerte dalla nostra società e ad accrescerne le potenzialità.
Il riscontro è stato positivo finora?
Per questo anno abbiamo già preso contatti con 64 studenti cinesi che vogliono venire a studiare in Italia e diversi istituti italiani che li ospiteranno. Inoltre circa una ventina di maestri italiani andranno a tenere lezioni in Cina. L’anno prossimo contiamo di raddoppiare la rete di contatti e di aumentare il numero di eventi culturali.
Quali sono a tuo parere i lati positivi di entrambe le culture?
La cultura cinese e quella italiana sono molto aperte. Tra i due paesi esistono già diversi accordi che permettono gli scambi interculturali e ritengo questo un aspetto estremamente positivo. Inoltre, in base alle nostre esperienze personali, gli italiani sono gentili ed aperti, per cui crediamo in una crescente collaborazione con altri ragazzi della nostra età. Il bel paese ha un patrimonio culturale molto ricco: l'architettura, l'arte, la musica, il cibo e la storia dell’Italia sono temi molto apprezzati in Cina. Anche la Cina vanta una cultura millenaria, purtroppo poco conosciuta in occidente. I libri di testo scolastici riportano pochi eventi accaduti in Cina. La mancanza di conoscenza è il primo fattore che alimenta i pregiudizi e gli stereotipi. “Sulla via della seta” si impegna con la promozione degli scambi interculturali a diffondere la cultura cinese in Italia e la cultura italiana in Cina.
In un periodo di crisi economica, cosa ti spinge ad investire in una attività?
In un periodo di crisi economica come questo bisogna cercare di aprirsi a nuove opportunità, alle opportunità che offre il nuovo mondo globale. Un mondo fatto di persone che si spostano per aumentare le proprie possibilità di studio, di lavoro e di vita in generale. La Cina è ancora in una fase di forte sviluppo, il tenore di vita delle persone si sta alzando, è così il potere di spesa. Per cui sono tante le persone cinesi che partono per l'estero, di cui una buona parte è data sicuramente dagli studenti.
Come vedresti la tua società tra qualche anno? Quali risultati ti piacerebbe raggiungere?
Immagino che la mia società tra qualche anno possa essere riconosciuta dalle istituzioni cinesi e italiane, ma soprattutto dagli studenti stessi primo nostro interlocutore. Spero che “Sulla via della seta” possa diventare per loro un ponte da prendere senza esitazioni per aprirsi con più speranze verso il loro futuro.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia