(ASI) Perugia . “I padroni di casa”; così l’On. Tajani aveva chiamato Raffaele Nevi (capogruppo regionale Forza Italia Umbria), Catia Polidori (coordinatore regionale Forza Italia Umbria) e Andrea Romizi (Sindaco di Perugia ; Forza Italia) durante il convegno “L’Europa e l’Italia che vogliamo”.
Dopo la fine dello storico raduno di Perugia, è tempo di bilanci e di proposte per il futuro brevemente riassunti in quest’intervista a tre.
- In pieno “effetto Renzi”, apogeo del Pd, Perugia, storica roccaforte della sinistra, così come altri capisaldi rossi, è caduta. Qualcuno parla addirittura di Romizi come di un “giustiziere” dell’ “effetto Renzi”. Condividete quest’affermazione?
Romizi: “Io sono solo il sindaco di Perugia. Questa grande vittoria non è solo merito mio, ma anche e soprattutto di tutti coloro che ci hanno creduto e si sono dati da fare fino all’ultimo giorno”
Polidori: ”Assolutamente no. Noi siamo semplicemente persone che credono nei valori della libertà e della meritocrazia come abbiamo dimostrato proponendo persone assolutamente per bene. Siamo convinti che gli ideali di giustizia e libertà siano gli unici degli di essere portati avanti e lontani dai metodi di clientelismo”
Nevi: “Il vero punto in questione è l’implicazione che questa vittoria porta con se: il fatto che i perugini abbiano dimostrato di non votare con il paraocchi, ma di essere gente libera che si è fatta un idea precisa di come abbia governato la sinistra. Ma la chiave della vittoria è da ricercarsi nel fatto che noi non abbiamo perso tempo a fare zuffe con l’avversario politico. Abbiamo parlato al cuore delle persone con questo messaggio: “non importa il colore della tessera che si ha in tasca; a contare saranno solo merito e capacità”. Questo ci ha distinti completamente dall’approccio esattamente opposto di un centrosinistra che tende a chiudersi in una sorta di “cerchio magico” degli affiliati al potere”
- (domanda per Romizi) Il Presidente Berlusconi ha predisposto la riorganizzazione del partito a partire dai circoli di quartiere. Quale sarà il tuo ruolo in questo processo?
Romizi: “Chiaramente la mia funzione la svolgerò fino in fondo con riferimento alle dinamiche interne al partito; che è e resta il mio partito. Ma ad oggi la mia unica preoccupazione è di fare bene il sindaco”
- (domanda per Romizi) Per il modo di svolgere la tua funzione di sindaco, sei stato ripetutamente accusato di stare predisponendo e attuando una politica fatta di soli tagli lineari. Come stanno le cose?
Romizi: “Queste questioni mi interessano molto poco. Con le persone serie ci si confronta. Con le affermazioni strumentali non serie, ne approfondite, ma solo buttate la per far si che le dice possa rimanere a “galla” un altro giorno, io non ho niente a che spartire”
- (domanda per Polidori e Nevi) La sinistra, più o meno compattamente, parla di Perugia come di caso isolato, quando non di una sorta di “incidente di percorso”. In quest’ottica quali saranno le strategie per “esportare” il modello “Romizi”, quello che ha permesso la vittoria di Perugia, in tutta la regione?
Polidori: “Il metodo sarà sempre lo stesso: saranno privilegiati merito e capacità. Ci sarà massima apertura a tutti i moderati che con noi condividono i valori di giustizia e libertà. Uniti si vince! Laddove riusciremo ad aggregare più moderati possibili intorno a un nome condiviso e non imposto, faremo una corsa tutti insieme. Si tratterà dello stesso modello “Romizi” solo applicato su scala più grande”
Nevi: “Non sono casi isolati. Oltre a Perugia e Spoleto noi governiamo già in molti piccoli comuni sul territorio Come ad esempio Montefaclo, Norcia e Deruta. Oggi non c’è un posto dove non possiamo vincere. Sempre lo stesso modello fatto di merito e contenuti e in linea con i valori liberali, esaltando la dinamicità e la modernità. In questo senso largo ai giovani che meglio sanno interpretare questi valori. Ora inoltre c’è una grande attenzione anche a livello nazionale. Nella due giorni di convegni, Antonio Tajani, ha accettato di essere riferimento per le istanze del nostro territorio. Questa cosa è importantissima perché presuppone che già prima che il nostro partito torni al governo, ci sarà massima attenzione alle necessità della regione. Questo farà molto bene all’amministrazione Romizi e alla futura amministrazione di centrodestra in Umbria.”
- (domanda per Nevi) C’è chi accusa il centrodestra umbro di presentarsi spaccato in “preda” a personalismi di varia natura. Nei loro interventi al convegno di Perugia sia Brunetta che Berlusconi hanno parlato di ”non aver paura ad aprirsi a forze civiche e moderate”. A che punto è questo processo in Umbria?
Nevi: Noi vogliamo essere alternativi a tutto ciò che è la sinistra. Quindi noi catalizzeremo tutte queste forze attorno al partito più importante che è Forza Italia. Noi lavoreremo per evitare personalismi, per l’unità, ma certamente l’unità si fa in due. Purtroppo nel centrodestra, e non solo a livello umbro, ogni tanto c’è stata gente che, pensando di essere il grande leader “incompreso”, è andata via per la sua strada. Mi viene in mente il caso della mia città, Terni, dove il protagonista di questa scelta è andato per conto suo e ha racimolato un 2%, o come anche Franco Todini che, pensando forse di essere il più grande leader della storia, ha poi racimolato un 3,5 %. Non siamo noi che “spacchiamo” sono gli altri che si mettono in testa cose che purtroppo non esistono. Confermiamo i nostri partners con i quali condividiamo pure l’opposizione nazionale, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Sulla Lega Nord in Umbria voglio precisare che non è affatto finita. Anche se il suo capogruppo è passato al gruppo misto, il partito si sta riorganizzando sul territorio umbro, e correrà con noi. Siamo in attesa che Ncd decida da che parte stare visto che fin ora hanno fatto scelte opposte a quanto dicono di essere e di voler fare. Per il resto siamo disponibili a ragionare ma certamente nessuno può pensare di dettarci l’agenda di programma e i candidati. Pretendiamo chiarezza e percorsi lineari perché non ci piace una coalizione dove ci sia di tutto, da chi fa l’occhiolino alla sinistra a chi fa le “barricate” perché significherebbe che se anche vincessimo, non sarebbe possibile gestire il governo regionale”
Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia