Angelus Papa Francesco "sul Calvario, ai piedi della croce, c'era la Vergine Maria, a Lei affido il presente e il futuro della Chiesa"

(ASI) Città del Vaticano: migliaia di persone anche questa mattina hanno riempito Piazza San Pietro, pellegrini accorsi da ogni parte d'Italia e del mondo per ascoltare l'Angelus celebrato da Papa Francesco.


Proprio oggi la Chiesa celebra la festa dell'Esaltazione della Santa Croce come ricordato stamani dal Pontefice "qualche persona non cristiana potrebbe domandarci: perché "esaltare" la croce? Possiamo rispondere che noi non esaltiamo una croce qualsiasi, o tutte le croci: esaltiamo la Croce di Gesù, perché in essa si è rivelato al massimo l'amore di Dio per l'umanità. Il Padre ha "dato" il Figlio per salvarci, e questo ha comportato la morte di Gesù, e la morte in croce. Perché? Perché è stata necessaria la Croce? A causa della gravità del male che ci teneva schiavi. La Croce di Gesù esprime tutt'e due le cose: tutta la forza negativa del male, e tutta la mite onnipotenza della misericordia di Dio. La Croce sembra decretare il fallimento di Gesù, ma in realtà segna la sua vittoria. Sul Calvario, quelli che lo deridevano gli dicevano: "Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce", ma era vero il contrario: proprio perché era il Figlio di Dio Gesù stava lì, sulla croce, fedele fino alla fine al disegno d'amore del Padre. E proprio per questo Dio ha «esaltato» Gesù, conferendogli una regalità universale – poi aggiunge - quando volgiamo lo sguardo alla Croce dove Gesù è stato inchiodato, contempliamo il segno dell'amore, dell'amore infinito di Dio per ciascuno di noi e la radice della nostra salvezza. Da quella Croce scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia il mondo intero. Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. Questo è importante: per mezzo della Croce di Cristo ci è restituita la speranza. La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa "esalta" la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell'amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza".
Proprio per questo Francesco volge il suo pensiero a quanti soffrono per causa della propria fede in Gesù e dice "mentre contempliamo e celebriamo la santa Croce, pensiamo con commozione a tanti nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati e uccisi a causa della loro fedeltà a Cristo. Questo accade specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o pienamente realizzata. Accade però anche in Paesi e ambienti che in linea di principio tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove concretamente i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni. Perciò oggi li ricordiamo e preghiamo in modo particolare per loro". Poi una frase bellissima il Pontefice la rivolge a Maria Santissima "sul Calvario, ai piedi della croce, c'era la Vergine Maria. E' la Vergine Addolorata, che domani celebreremo nella liturgia. A Lei affido il presente e il futuro della Chiesa, perché tutti sappiamo sempre scoprire ed accogliere il messaggio di amore e di salvezza della Croce di Gesù".
Al termine dell'Angelus Bergoglio comunica alla folla l'inizio all'indomani, nella Repubblica Centroafricana, della Misssione voluta dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite per la pace nel Paese a protezione dei civili che stanno soffrendo "le conseguenze" dice, del conflitto in corso. Ma non solo Bergoglio assicura anche "l'impegno e la preghiera della Chiesa cattolica, incoraggio lo sforzo della Comunità internazionale, che viene in aiuto dei Centroafricani di buona volontà. Quanto prima la violenza ceda il passo al dialogo; gli opposti schieramenti lascino da parte gli interessi particolari e si adoperino perché ogni cittadino, a qualsiasi etnia e religione appartenga, possa collaborare per l'edificazione del bene comune. Che il Signore accompagni questo lavoro per la pace!". Ricorda anche la sua visita a Redipuglia al Cimitero Austro-Ungarico e al Sacrario, "là ho pregato per i morti a causa della Grande Guerra – ed aggiunge - i numeri sono spaventosi: si parla di circa 8 milioni di giovani soldati caduti e di circa 7 milioni di persone civili. Questo ci fa capire quanto la guerra sia una pazzia! Una pazzia dalla quale l'umanità non ha ancora imparato la lezione, perché dopo di essa ce n'è stata una seconda mondiale e tante altre che ancora oggi sono in corso" poi la volge una domanda "ma quando impareremo, noi, questa lezione?" Papa Francesco invito tutti a guardare Gesù Crocifisso perché si capisca che "l'odio e il male vengono sconfitti con il perdono e il bene, per capire che la risposta della guerra fa solo aumentare il male e la morte!", parole sicuramente importanti e profonde che sono entrate nel cuore di quanti hanno potuto ascoltarlo, un Papa che stupisce sempre e non si stanca mai di ascoltare il prossimo sempre pronto a trasmettere al prossimo pace e sicurezza al contempo; di sicuro l'amore non si può insegnare ma è la cosa più bella che si possa imparare e con lui sicuramente molte persone hanno imparato cosa significhi davvero questo termine, tanto importante, troppo spesso abusato in modo improprio, ma sempre fondamentale. Poi conclude "vi chiedo, per favore, di pregare per me. A tutti auguro buona domenica e buon pranzo. Arrivederci!".
Erika Cesari – Agenzia Stampa Italia

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