(ASI) Verona – E chi se lo scorda Adel Smith, l’italo – egiziano leader dell’Unione Musulmani d’Italia, protagonista di risse in diretta tv e di dibattiti accesissimi sulla presenza o meno del Crocifisso nei luoghi pubblici?
Chi può dimenticare il blitz forzanovista in diretta tv, nel 2003, durante il quale Smith veniva aggredito da un gruppo di militanti poco concordi con le sue idee?
All’epoca ero un giovane studente. Il 22 agosto di quest’anno invece Smith si spegne all’ospedale San Salvatore de l’Aquila, stroncato da una grave malattia. E così, non vedrà mai gli esiti del processo contro quei 24 attivisti, che dieci anni fa lo “assalivano” negli studi di Telenuovo. E sì, che sperava di ottenere giustizia in secondo appello, ma si sa anche che da noi, i processi vanno molto a rilento.
Nato in Egitto ad Alessandria, aveva 54 anni ed era residente ad Ofena (AQ), padre di tre figli. La sua battaglia costante è sempre stata la stessa. Come quando, denunciava il sociologo Professore dell’Università di Padova Stefano Allievi, reo di aver scritto dei passi sgraditi nel suo saggio “l’Islam italiano”. E Allievi ha pagato la sua multa, di 30 mila euro e sei mesi di condanna in primo grado. In quel caso, il mondo intellettuale italiano si schierava a favore di Allievi, raccogliendo pure firme in suo favore.
Forse le sue dichiarazioni erano frutto di un clima post 11 settembre, ma sarebbe spiacevole ricordarlo solo per le risse in tv o le aule di tribunale. A modo suo era fautore di un pensiero laico. O forse, qualcosa in più.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia