(ASI) - Abruzzo - La documentazione sullo stipendio d' "oro" del Direttore dell'Ater di Chieti sarebbe finita nel mirino della Procura della Repubblica.
A tal proposito, nei giorni scorsi abbiamo pubblicato la notizia secondo cui, voci nei corridoi delle stanze dei bottoni dell'Ater di Chieti hanno posto dei dubbi sulla legittimità stessa del ruolo di Direttore esercitato dall'Ing. Domenico Recchione. Questo in base ad una interpretazione data dell'Art. 20 della L.R. n.44 del 21 luglio 1999 che riguarda la nomina e le competenze del Direttore dell'Ater. Secondo l' interpretazione di questo articolo di legge fatta da alcuni nelle "stanze dei bottoni" dell'Ater di Chieti in Via Silvino Olivieri, siccome la nomina del Direttore dell'Ater sarebbe meramente politica, andrebbe di pari passo con la durata in carica dello stesso Presidente e del CdA e inoltre non potrebbe superare i 65 anni di età. Dunque, l'Ing. Recchione, Direttore dell'Ater di Chieti dal 2004 ad oggi, ogni volta che è caduto il Presidente col CdA dell'azienda regionale, avrebbe avuto bisogno di una nuova nomina. Pertanto, in base a questa interpretazione della legge data da alcuni funzionari dell'Ater, dal mese di luglio del 2013, con la caduta del Presidente Marcello Lancia, travolto dallo "scandalo" delle gare d'appalto e col relativo commissariamento dell'Ater di Chieti con la Dott.sa Antonella Gabini nel ruolo di Commissario Straordinario ( in sostituzione sia del Presidente che del Cda), il suo incarico di Direttore, non sarebbe più legittimo, non solo perché è caduto il Presidente Lancia col relativo CdA, ma anche perché Recchione avendo ormai compiuto 67 anni, ha già raggiunto e superato il limite massimo di età per l'incarico di Direttore dell'Ente, quindi, secondo questa interpretazione della legge data dagli oppositori di Recchione in seno all'Azienda Regionale stessa, il manager di Arielli non potrebbe più sedere sulla "poltrona" che occupa.
Se questa interpretazione della legge fosse giusta, non si spiega il perché non abbia lasciato il suo incarico dopo la caduta del Presidente Lancia e del CdA dell'Ater di Chieti, "spazzati" via dalle manette, risposte che ci eravamo riproposti di avere dalla Dott.sa Antonella Gabini, Commissario Straordinario dell'Azienda, ma che alla fine ci ha dato lo stesso Ing. Recchione che ci ha rilasciato in merito queste dichiarazioni sotto i portici di Corso Marrucino a Chieti.
Ecco a tal proposito i chiarimenti che ci ha fornito in esclusiva il Direttore dell'Ater di Chieti, l'Ing. Domenico Recchione: "Non esiste più il limite di età per l'incarico di Direttore. La Regione Abruzzo ha modificato proprio per il sottoscritto l'Art.20 della L.R. n.44 del 21 luglio 1999 che riguarda la nomina e le competenze del Direttore dell'Ater. Io ho un contratto regolamentato dal diritto privato che vale fino al 2016 e quindi dovrei rimanere al mio posto fino alla scadenza, almeno che non si decida di risolvere il contratto anticipatamente qualora risultino dal bilancio di esercizio rilevanti perdite derivanti dall'attività di gestione o in caso di violazione delle leggi o di irregolarità amministrative o contabili rilevate dal Collegio dei Revisori. Caduto il Presidente e il CdA dell'Ater di Chieti, credo sarebbe eventualmente la Commissaria, la Dott.sa Antonella Gabini a dovermi sollevare dall'incarico, ma a tutt'oggi non ritengo che siano state commesse da parte del sottoscritto gravi manchevolezze o irregolarità per arrivare a questo gesto estremo. Tra l'altro, l'amministrazione dell'Azienda non è ancora caduta, perché la Dott.sa Gabini surroga gli organi politici del Presidente e del CdA dell'Ater; dunque, almeno che non ci sia una grave decisione motivata in senso contrario, io resto al mio posto. Se dovessi essere esonerato anticipatamente dall'incarico, credo avrei comunque diritto ad una buona uscita. In quel caso forse mi dovrebbero veramente dare 324 mila euro come hanno sostenuto che guadagno, sbagliando. Ovviamente sto scherzando, ma sicuramente non sarebbero due soldi quelli che dovrebbero darmi ( ndr l'Ing. Recchione ride) . Ho capito benissimo chi è la persona che mi ha attaccato e ha messo in dubbio la legittimità del mio incarico. Avesse almeno il coraggio di attaccarmi alla luce del giorno. E' un funzionario dell'Azienda che ha degli interessi personali e che pertanto cercherebbe di screditarmi. Ma, deve conoscere le leggi e saperle interpretare prima di parlare, perché in realtà, posso rimanere in carica se mi rinnovano il contratto anche fino a 90 anni, non esiste più un limite di età".
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia