I poliziotti Spartaco Mortola, Giovanni Luperi e Francesco Gratteri che ai tempi dei fatti ricoprivano incarichi importanti ( il primo Capo della Digos genovese, il secondo ex dirigente dell’Unigos e il terzo era il numero tre della Polizia italiana), dopo che gli è stata rifiutata la richiesta di essere sottoposti ai servizi sociali, sono stati messi agli arresti domiciliari dal Tribunale di Sorveglianza per un periodo rispettivamente di 8 mesi, 1 anno e 1 anno.
Agnoletto ha recentemente dichiarato che “negli ultimi anni del processo, mentre i magistrati li inquisivano, le loro carriere progredivano vertiginosamente di promozione in promozione con il beneplacito del governo di turno e con il silenzio del parlamento” e inoltre che “ nessuno nella polizia, come nel governo, ha mai sentito la necessità, nemmeno dopo le condanne di primo e secondo grado, di rimuoverli dai loro incarichi”.
Alla fine questi soggetti sconteranno solo pochi mesi grazie all’indulto del 2006 e alla buona condotta. Quello che dovrebbe fare lo Stato, ma che non farà, è chiedere scusa immediatamente , far emergere le responsabilità e le coperture politiche di cui hanno goduto gli esecutori materiali di questi atti infami e prevedere misure che limitino quantomeno i casi di mala polizia e il libero utilizzo di forme di repressione da parte delle forze dell’ordine in stile feudale.
Una prima soluzione sarebbe quella di inserire obbligatoriamente i numeri identificativi nella divisa di ogni agente.
Comunque le immagini della Diaz, di Genova e del Defender dei Caabinieri che investe Carlo Giuliani Ragazzo esamine a terra rimarranno indelebili negli occhi di chi ha fame di giustizia.
Gabriele Toccaceli