Nonostante ancora qualsiasi persona, dotata di cervello, ha in mente la risata di Vendola ( indagato nell’inchiesta “Ambiente Svenduto”) relativa alla vicenda del giornalista privato della possibilità di fare domande sui tumori provocati dai fumi dell’Ilva, egli cerca di sostenere che le sue parole verso Girolamo Archinà (ex pr dell’Ilva, dietro le sbarre dal 12 novembre 2012 per associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro) devono essere interpretate in altro modo.
Cosa deve essere compreso meglio? La frustrazione dei Tarantini verso il servilismo che il leader di SEL mostra nei confronti dei vertici dell’azienda o la delusione dei militanti del partito che credevano nelle sue supercazzole?! Il rapporto tra un Presidente di Regione e una grandissima azienda è naturale, ciò che invece è innaturale è la subordinazione della politica agli interessi personali di una famiglia potente, come i Riva, responsabile di una gestione aziendale che ha provocato gravi danni ambientali e alla salute delle persone.
Come nel caso della Cancellieri, anche in questo , i fatti sono talmente chiari che non lasciano spazio a possibilità di ricostruzioni fantasiose e mostrano un atteggiamento di forte arroganza ormai diffuso negli ambienti del potere politico.
Entrambe le vicende mostrano un paese in cui la classe dirigente fa da sarto al potente di turno, in cui diventa sempre più difficile avere fiducia verso l’ambiente politico e evitare di generalizzare certi comportamenti. Le risate ricordano quelle tristemente famose degli imprenditori della notte del terremoto Aquilano. Un filo rosso che lega le due disgrazie sfruttate dagli sciacalli di turno.
Vendola, ora indagato per aver cercato di fare pressioni sul dg di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, affinchè seguisse una linea morbida verso il gigante siderurgico, dovrebbe semplicemente uscire dalla vita politica, invece di querelare i giornali.
Gabriele Toccaceli- Agenzia Stampa Italia
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