Mentre nel programma della seconda giornata spicca la caratteristica preparazione della frittata al tartufo più grande del mondo, che quest’anno impiega 2.323 uova e una padella di oltre 2 metri di diametro, la giornata di domenica si aprirà all’insegna della natura con le passeggiate ecologiche, entrambe alla quinta edizione. In particolare, alle 9, prenderà il via, da piazza Carlo Alberto, quella del tartufo in mountain bike, a cura di Mtb amici lion bike, e alle 9.30 partirà dalla stazione di Fabro Scalo quella sulla strada della via romea germanica, promossa dalla Cooperativa Terra. Su questo tratto, del più lungo pellegrinaggio storico che conduce da Roma a Stade in Germania, e sull’opportunità di crescita e sviluppo turistico che questo offre a Fabro si rifletterà, sempre domenica, nel corso di un convegno programmato, alle 11.30, nella sala consiliare. Ancora storia con l’iniziativa “In treno alla mostra”.
“Si tratta di un treno a carbone, a vapore – ha spiegato Terzino –, che parte da Roma Termini, domenica alle 8.30, per portare circa 400 visitatori a Fabro. Dallo scalo, poi, riparte alle 17 alla volta della capitale. Siamo molto orgogliosi di aver organizzato questo evento che richiama una parte di storia del nostro territorio, legando virtuosamente turismo e valorizzazione dei prodotti enogastronomici”. Ancora spazio al gusto, poi, con i Tartumenu, menù a prezzo fisso a base di tartufo e prodotti tipici, nei ristoranti aderenti della città, e con gli aperitivi della sezione, novità dell’anno, “Music&drink”, al castello in centro storico, ancora domenica, dalle 16 alle 23.
A fronte dei mancati festeggiamenti per il venticinquennale, l’anno scorso, a causa dell’alluvione che colpì anche Fabro, quest’anno la città celebra, con il suo tradizionale evento dedicato alla pregiata trifola, anche l’ingresso nell’Associazione nazionale Città del tartufo. “Grazie all’identità delle Città del tartufo – ha spiegato, in conclusione, Picchiarelli – possiamo contare su quelle buone pratiche per la tutela del territorio. Attraverso la sinergia che abbiamo messo in campo, poi, diamo forza tutti i giorni alla nostra richiesta all’Unesco di riconoscere il tartufo come bene immateriale dell’umanità perché, in Italia, esistono tante realtà che si spendono molto per tramandare alle giovani generazioni una risorsa straordinaria che il nostro Paese vanta”.