L'urna contiene la riproduzione perfetta del corpo del “Santo dei giovani”, il sacerdote torinese che dedicò la sua vita all'ascolto, al sostegno e all'educazione dei giovani in difficoltà, smarriti e senza speranza. Le reliquie, che lasceranno la chiesa di San Prospero la mattina del 23 ottobre al termine della S. Messa, saranno accolte con emozione dalla città di Perugia, che è legata ai Salesiani da una storia che dura da novant'anni: la loro presenza sul territorio risale, infatti, al 1922, anno in cui iniziarono a dedicarsi alla formazione di generazioni di ragazze e ragazzi, sul modello educativo e spirituale di san Giovanni Bosco.
Oggi, la comunità Salesiana di Perugia, composta da sei religiosi, è impegnata non solo nel capoluogo ma anche in provincia, a Foligno e Marsciano, con i Centri di formazione professionale. A Perugia, inoltre, si è dato vita tre anni fa ad un rinnovamento della presenza educativa Salesiana per far fronte ai nuovi bisogni potenziando il Centro di formazione professionale, che, insieme a quelli di Foligno e Marsciano, è parte integrante del Centro nazionale opere salesiane-formazione e aggiornamento professionale (Cnos-Fap). Questo Centro, complessivamente nelle sue tre sedi della provincia di Perugia, «interessa 500 ragazzi di 30 nazionalità e 8 diverse fedi», scrive il quotidiano «Avvenire», che domenica 20 ottobre ha dedicato un articolo ai 90 anni della comunità Salesiana del capoluogo umbro. Inoltre, l'Istituto “Don Bosco” di Perugia, negli ultimi anni, ha posto particolare attenzione agli studenti universitari, realizzando per loro un “college”, dei corsi di lingua presso l'Università per Stranieri e potenziando le attività sportive per 250 ragazzi e ragazze del suo Oratorio. E lo sport, da sempre, è una delle realtà educative fiore all'occhiello del “Don Bosco” di Perugia animata dalla Pgs, la Polisportiva giovanile salesiana.