L’Arcivescovo Gualtiero Bassetti: «abbiamo un folto gruppo di “giovani missionari” formati dal Papa che hanno ben capito cosa significhi andare nelle periferie»
Sono rientrati i giovani umbri che hanno partecipato alla 28ª Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro (23-28 luglio 2013). «È stata un’esperienza di fede meravigliosa», commenta a caldo don Marcello Cruciani, della diocesi di Orvieto-Todi, responsabile della pastorale giovanile della Conferenza episcopale umbra (Ceu). I ragazzi umbri in terra brasiliana erano accompagnati dall’arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e presidente della Ceu, mons. Gualtiero Bassetti, da alcuni sacerdoti e da un gruppo di seminaristi del Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI”.
Il primo momento delle permanenza in Brasile è stato vissuto in una parrocchia della città di Maricà, nell’arcidiocesi di Niterói, stato di Rio de Janeiro. In questa comunità parrocchiale - composta da 70.000 abitanti, due preti, una chiesa madre e ventuno cappelle – i giovani delle Chiese umbre, accolti dalle famiglie del luogo, hanno vissuto una vera e propria esperienza missionaria, partecipando a liturgie, incontri e feste. «Oramai le Giornate Mondiali della Gioventù – afferma don Cruciani – stanno diventando sempre più una grande missione popolare per tutta la nazione che la ospita».
Il secondo momento è stato vissuto nella parrocchia di Nostra Signora del Rosario alla periferia di Rio. Si tratta di una comunità molto povera, piena di favelas e di giovani disagiati che dormono sotto i ponti. I giovani sono stati ospitati nelle favelas, ricevendo una lezione di vita e di fede grandiosa. Che questo sia stato un momento altamente formativo lo sottolinea anche l’arcivescovo Gualtiero Bassetti: «Il ricordo più caro che ho della Giornata Mondiale di Rio – afferma – è quando i giovani umbri mi hanno raccontato di questa esperienza vissuta nelle favelas la settimana prima che io arrivassi in Brasile. Hanno visto il cuore della gente brasiliana e dei poveri, gente che li ha ospitati in casa, che magari aveva un solo un letto e che, senza esitare, l’ha messo a disposizione. Questa bontà squisita del popolo brasiliano è quello che più ha toccato i nostri giovani che vengono da una società di benessere, dove non manca nulla».
Un terzo momento significativo è stato quelle delle catechesi: i ragazzi umbri hanno partecipato, insieme ad altri 350 giovani italiani e 15 albanesi, alle tre catechesi in preparazione agli eventi principali della Giornata Mondiale col Papa ed avevano l’incarico di animarle. Le catechesi sono state tenute da mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, da mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, e da mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università cattolica del Sacro Cuore e amministratore apostolico della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.
Il quarto ed ultimo momento è stato caratterizzato dagli eventi principali della Giornata Mondiale della Gioventù vissuti con papa Francesco: Festa di accoglienza dei giovani, Via crucis, Veglia di preghiera e Messa conclusiva. «Papa Francesco – afferma mons. Bassetti – ha dato ai giovani presenti a Rio, e alla Chiesa intera, una grande testimonianza evangelica di povertà e semplicità. Il Vescovo di Roma ha scosso le coscienze di tutti noi che eravamo in Brasile e di certo non possiamo non raccogliere i suoi inviti e lasciare tutto come prima. Ha dimostrato quanto gli stiano a cuore i ragazzi, definendoli le pupille degli occhi della Chiesa. I nostri giovani umbri – sottolinea Bassetti – sono stati colpiti in modo particolare dalle parole del Papa “Tornate a casa e fate confusione”. Ed ora sentono il bisogno di raccontare ai rispettivi parroci e comunità quanto vissuto a Rio. E come Chiesa umbra non possiamo disperdere questa esperienza: abbiamo un folto gruppo di “giovani missionari” formati dal Papa che hanno ben capito cosa significhi andare nelle periferie; dobbiamo incontrarli quanto prima – conclude mons. Bassetti - per proseguire con loro un cammino di fede». E i giovani sono ben disponibili a ciò, come dimostra la testimonianza di Vanda Broccucci, 20 anni, della parrocchia di S. Maria Assunta in Montefranco, archidiocesi di Spoleto-Norcia. «È stata un’esperienza unica fin dall’arrivo all’aeroporto di Rio alle cinque del mattino. Siamo stati accolti con un amore e una gioia immensi. Abbiamo conosciuto una Chiesa viva, ma anche realtà non bellissime come le favelas. Anche lì però – prosegue Vanda – siamo stati accolti con amore. Poi, l’incontro con papa Francesco, chiusura perfetta delle due settimane. Eravamo già carichi, ma lui ha rafforzato questa carica inviandoci come messaggeri della Parola di Dio, spronandoci a non abbandonare mai la speranza, ad essere testimoni, atleti di Cristo e costruttori di una nuova Chiesa e di un mondo migliore. La Giornata Mondiale di Rio – conclude Vanda - mi lascia una grande forza interiore e la voglia di testimoniare quanto vissuto».