(ASI) "No alla globalizzazione dell'indifferenza" queste le parole pronunciate da Papa Francesco a Lampedusa durante la sua visita tenutasi nella giornata di ieri, parole forti che portano ad una riflessione profonda riguardo l'indifferenza che spesso l'uomo mostra verso il suo prossimo.
Papa Bergoglio nel corso dell'incontro approfitta per ringraziare gli abitanti di Lampedusa e Linosa, le associazioni, i volontari e le forze di sicurezza per aver mostrato attenzione agli immigrati che sbarcano ogni giorno nell'isola in cerca di un futuro migliore, il Papa ringrazia anche l'Arcivescovo Mons. Francesco Montenegro per il suo aiuto e il suo lavoro e la sua vicinanza pastorale, saluta anche il Sindaco di Lampedusa la signora Giusy Nicolini ringraziandola per quanto fatto e per quanto farà, per poi passare ad un pensiero verso gli immigrati musulmani, augurando loro che il Ramadan iniziato ieri, porti loro abbondanti frutti spirituali, "la Chiesa vi ė vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie" prosegue il Santo Padre.
Ammonisce gli indifferenti, chiede di cambiare atteggiamento nei confronti del prossimo e dice "abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna; siamo caduti nell'atteggiamento ipocrita del sacerdote e del servitore dell'altare, di cui parlava Gesù nella parabola del Buon Samaritano: guardiamo il fratello mezzo morto sul ciglio della strada, forse pensiamo "poverino" e continuiamo per la nostra strada, non è compito nostro; e con questo ci tranquillizziamo, ci sentiamo a posto. La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l'illusione del futile, del provvisorio, che porta all'indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell'indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell'altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro". Prende ad esempio il personaggio dei Promessi Sposi di Manzoni, l'Innominato, e dice "la globalizzazione dell'indifferenza ci rende tutti "innominati", responsabili senza nome e senza volto" prosegue chiedendo di porci una domanda "chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie? Siamo una società che ha dimenticato l'esperienza del piangere, del "patire": la globalizzazione dell'indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere", queste le parole pronunciate da Papa Francesco, parole che invitano a smuovere le coscienze, a non restare indifferenti davanti le sofferenze altrui ma aiutare, combattere l'indifferenza e abbracciare l'altruismo, accogliere Dio nel nostro cuore e far uscire l'egoismo, chissà che forse il Mondo non sarebbe un luogo migliore in cui vivere.
Erika Cesari - Agenzia Stampa Italia