(ASI) I Nas di Udine hanno finalmente messo fine ad un gravissimo attentato alla salute dei cittadini.
La Cospalat del Friuli Venezia Giulia, da oltre un anno nel mirino dei carabinieri, distribuiva a consumatori e caseifici del latte contaminato da aflatossina, una muffa cancerogena presente nel mais somministrato alle mucche.
Una vicenda vergognosa, per la quale chiediamo vengano adottate le pene e le sanzioni più severe, a partire dal ritiro delle licenze e dalla detenzione.
Sempre più spesso, purtroppo, apprendiamo dalle cronache notizie relative a sequestri di alimenti contraffatti, adulterati o comunque pericolosi per la salute. Solo nel 2012 sono confiscati venti milioni di chili di cibi e bevande, per un valore che sfiora i 470 milioni di euro!
Questo significa che le pene attualmente previste dalla legge non sono adeguate e sufficienti a contenere il fenomeno, tanto da non funzionare nemmeno più come blandi deterrenti.
Le tecniche per aggirare i controlli e falsificare le certificazioni sono sempre più sofisticate, per questo è necessario un serio impegno di tutti per pianificare un’attività di verifica sempre più intensa e per disporre norme inflessibili ed adeguate a scoraggiare i comportamenti irresponsabili di chi mette a rischio la salute dei cittadini e la reputazione del made in Italy.
Il perpetrarsi di comportamenti illegali in questo settore è un segnale di allarme che non può più essere ignorato, anche perché tocca da vicino la salute di tutti i cittadini: questi ultimi, infatti, devono essere liberi di scegliere cosa acquistare senza avere paura di portare sulle proprie tavole prodotti pericolosi o comunque falsificati.
In questo quadro anche l’Europa ha responsabilità pesanti, poiché sta incomprensibilmente ritardando l’adozione di misure rigide su etichettatura, indicazione di origine e trasparenza delle fondamentali informazioni che il consumatore ha il diritto di conoscere.