All'iniziativa parteciperanno anche diverse sigle sindacali, tra le quali la CGIL che sfilerà con il proprio segretario nazionale Susanna Camusso.
“La sorte delle acciaierie – continua Micozzi – non riguarda solo i dipendenti di AST ma un'intera collettività che si vedrebbe privata di un importante indotto con conseguente crisi dei consumi”.
L'esponente di Forza Nuova punta il dito contro il libero mercato reo di aver ridotto la fabbrica ad un semplice oggetto di compravendita senza tenere conto del valore del lavoro e dell'essere umano. Poi, facendo riferimento al recente saggio di Stefano Fabei ('Fascismo d'acciaio', Mursia 2013), ricorda che “le acciaierie sono state importante fucina di progresso del mondo del lavoro. Ora, senza fraintendimento e senza scadere in deleteri nostalgismi, è opportuno che la gente sappia che già nel '44 Terni fu una delle prime realtà economiche italiane nelle quali furono applicati i principi della socializzazione”.
Al momento la sorte del polo siderurgico ternano appare piuttosto fosca: malgrado l'Ue abbia disposto che Outukumpu debba cedere il suo ramo italiano, la multinazionale finlandese sta ritardando la cessione.
Marco Petrelli – Agenzia Stampa Italia
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