Pignatone, 63 anni, siciliano, negli ultimi quattro anni a capo della Procura di Reggio Calabria a combattere la ‘ndrangheta. Nella regione calabrese ha raggiunto notevoli successi. Ora con l’elezione all’unanimità alla Procura di Roma, poltrona ambita e temuta da tanti, un’altra avventura nel suo ricco curriculum. Pignatone succede all’ex Procuratore Ferrara, chiamato da Monti a ricoprire l’incarico di sottosegretario all’Interno. Una carriera quella di Pignatone, come ricordavamo, spesa a fronteggiare la criminalità organizzata, dal malaffare, alle stragi, alla cattura di pericolosi latitanti. Il lavoro che l’aspetta nella Capitale non sarà da meno. Pignatone è stato votato da giudici togati e laici, di tutti gli orientamenti politici e di tutte le correnti presenti nel Csm. Inoltre la relazione che ha portato all’elezione del giudice siciliano è un susseguirsi di complimenti per la lunga carriera condotta sin qui, uomo delle Istituzioni.
Tra le tappe della lunga carriera si ricordano le prime indagini che hanno portato poi all’individuazione dei responsabili della strage di Capaci, l’arresto del super boss Bernardo Provenzano, il processo che ha portato in carcere l’ex governatore della Siclia Totò Cuffaro.
Tra gli attestati di stima un giudizio di Caselli che dice: “Ove si da atto della elevata professionalità e delle spiccate doti di laboriosità, preparazione e diligenza dimostrate dal magistrato, nonché delle non comuni capacità organizzative”. Pignatone negli ultimi anni a Reggio Calabria, ha sviluppato una collaborazione intensa con il procuratore di Milano Ilda Boccassini nelle inchieste che vanno dalla ‘ndrangheta al nord con apparati delle istituzioni colluse con la criminalità. Ed ora il voto unanime che lo vede sedere sulla poltrona della Procura pi importante d’Italia.
Davide Caluppi Agenzia Stampa Italia