(ASI) Un Paese allo stremo, una popolazione che tenta di curare le ferite visibili e invisibili di una guerra costata oltre 522mila morti, di cui più di 20mila bambini. E una comunità, quella cristiana, che cerca disperatamente di non scomparire.
Anche quest’anno Aiuto alla Chiesa che Soffre ha scelto di dedicare la propria campagna di Natale alla Siria con tre progetti a sostegno della locale comunità cristiana. «Nonostante la Siria sia praticamente scomparsa dal panorama mediatico italiano e internazionale – spiega il direttore di ACS-Italia, Alessandro Monteduro – i nostri fratelli hanno più che mai bisogno del nostro aiuto. Impedire che il Medio Oriente si svuoti della presenza cristiana è una responsabilità di tutti».
Tre i “doni” che i benefattori italiani potranno lasciare sotto l’albero dei cristiani siriani. A Lattakia, attraverso la diocesi locale, ACS distribuirà pacchi viveri a 1.725 famiglie cristiane che vivono nella più assoluta povertà. 1.090 di esse abitano nelle loro case, pur gravemente danneggiate dalla guerra, mentre le altre 635 famiglie non hanno neanche un tetto sopra la testa. Senza questi aiuti alimentari non avrebbero di che sfamare i propri figli.
Il secondo progetto è invece a beneficio di 700 malati che vivono ad Aleppo. Nella città siriana divenuta simbolo dell’interminabile conflitto, sono in molti ad aver riportato ferite anche gravi e ad aver bisogno di cure e di medicine. Purtroppo la guerra ha danneggiato più della metà delle strutture sanitarie, e la povertà e le sanzioni economiche rendono quasi impossibile ai poveri cristiani l’accesso alle medicine. Grazie ad ACS, molti malati cronici e con patologie gravi che ricevono assistenza a casa da parte di volontari addetti alla distribuzione delle medicine, potranno finalmente curarsi.
Infine l’ultimo “pacchetto”, un progetto per dei bambini: la prima vittima del conflitto siriano. Ad Aleppo la Fondazione pontificia sosterrà le spese dei lavori necessari a rimettere in funzione l’asilo “La Sorgente”, che accoglie 15 bambini autistici. Le bombe hanno gravemente danneggiato la struttura in cui le Suore Francescane Missionarie di Maria assicurano ai piccoli l’amore e l’assistenza di cui hanno bisogno.
«Il nostro sostegno è vitale in Siria – afferma Monteduro - soprattutto per tutti quei cristiani che dopo aver sofferto la guerra oggi patiscono la miseria. In questi sette anni e mezzo di conflitto centinaia di migliaia di cristiani hanno lasciato la Siria. Se nessuno li aiuterà, tanti altri dovranno dire addio alla loro terra. E noi diremo addio alle nostre radici».