(ASI) Tra le repubbliche baltiche, a livello economico l’Estonia è il paese che sicuramente in questo momento sta fronteggiando meglio l’attuale crisi finanziaria globale.
L’entrata in Eurolandia, avvenuta all’inizio del 2011, sembrerebbe fino ad adesso rappresentare un’opportunità per il governo di Tallin. Il Pil dell’Estonia, secondo le stime dell’Istituto Centrale di Statistica di Tallin, è cresciuto dell’8.5% nel primo quarto del 2011 rispetto allo stesso quadrimestre dello scorso anno, come riporta l’agenzia stampa Leta. Il Pil è cominciato a salire gradualmente dal secondo quarto dello scorso anno.
In un articolo pubblicato dal Baltic Times, vediamo come nei primi quattro mesi di questo anno, il Pil a prezzi correnti della piccola repubblica baltica sia stato di 3.7 miliardi di euro. La rapida crescita del valore aggiunto nel settore manifatturiero ha contribuito per gran parte a questa crescita. La produzione di radio, tv e componentistica per le telecomunicazioni ha avuto il maggiore impatto nella crescita del valore aggiunto. Oltre a ciò, hanno avuto un ruolo importante anche l’industria del legno, la chimica e i metalli.
Il valore aggiunto del settore manifatturiero è cresciuto grazie all’aiuto di vigorose esportazioni. Trasporti, logistica e comunicazioni, altre attività produttive ed edilizia hanno rivestito un ruolo importante. Nel primo quarto dell’anno, il valore aggiunto delle costruzioni è tornato a crescere dopo due anni e mezzo di forte rallentamento. L’edilizia è cresciuta rapidamente balzando ad un +23% del valore aggiunto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
La crescita del Pil è stata inoltre influenzata dall’aumento del gettito sul valore aggiunto e dalle imposte indirette. Il valore aggiunto di attività forestali, pesca, settore energetico e finanziario è invece diminuito. La diminuzione della crescita delle esportazioni di elettricità ha contribuito al calo del valore di elettricità, gas e settore idroelettrico. Il valore delle intermediazioni finanziarie è diminuito a causa del calo generale delle contrattazioni e dall’aumento dei crediti verso le assicurazioni. Nel primo quarto infatti questo tipo di attività è sceso del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel primo quarto del 2011 il numero di occupati e di ore lavorative è aumentato. Questo avviene però insieme ad una modesta diminuzione percentuale della produttività totale comparata per le ore lavorative. La produttività sta decrescendo già da diversi quadrimestri. Il Governo nazionale d’altra parte non sembra muoversi attivamente sul fronte della riduzione del costo del lavoro. Nel primo quarto i costi unitari del lavoro sono diminuiti di un punto percentuale rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente.
La crescita della domanda interna è invece aumentata del 13%. Ciò è stato possibile grazie all’aumento degli investimenti fissi ma soprattutto grazie ai consumi delle famiglie (12% e 5% rispettivamente). L’aumento degli investimenti si è verificato soprattutto nel settore dei trasporti e del commercio, mentre i consumi domestici sono saliti in particolare per trasporti e casa.
Nep primo quarto, sia esportazioni che importazioni di beni e servizi hanno registrato un aumento in termini reali del 39%. Le esportazioni sono salite del 53% e i beni importati del 45%. L’import/export di radio, tv ed equipaggiamenti elettronici hanno avuto l’influenza maggiore sugli scambi con l’estero. Sebbene l’esportazione di beni e servizi superi l’importazione, questo gap sta diminuendo sostanzialmente.