(ASI) Il previsto arrivo della Regina Elisabetta II in terra d’Irlanda ha provocato diverse contestazioni: scontri e allarmi bomba.
Il clima, da diversi giorni, era irrespirabile. Fermi e arresti erano stati fatti ad alcuni esponenti – anche di spicco – dei movimenti nazionalisti repubblicani. Anche Marian Price, leader del 32 C.S.M., è stata arrestata perché accusata di appoggiare il gruppo paramilitare della Real Ira. Nel mio recente viaggio in Irlanda, avevo notato, in ogni dove, adesivi e manifesti che dichiaravano apertamente che la Regina inglese non era ben accetta. E così è stato. C’era da aspettarselo. Ieri, un allarme bomba nel pieno centro di Londra era stato rivendicato dai dissidenti della causa repubblica. Sempre ieri, a Dublino, un’altra bomba, trovata all’interno di un autobus, è stata disinnescata proprio nella strada che la Regina doveva percorrere. Un altro allarme bomba – poi rilevatosi falso - è stato segnalato nella linea tramviaria della Luas a Dublino. Sempre ieri, a Derry – nord Irlanda - , un autobus è stato dato alle fiamme da tre uomini armati a volto coperto. Alcuni giorni fa l’intelligence inglese aveva scoperto che gruppi paramilitari irlandesi avevano tentato di acquistare missili e lancia razzi. Le misure di sicurezza adottate per l’arrivo della Regina e del Primo Ministro di Londra, David Cameron, sono altissime. Oggi, mentre la Regina Elisabetta II - primo regnate britannico a visitare l’Irlanda dall’indipendenza del 1922, l'ultimo Re inglese a Dublino era stato Giorgio V nel 1911 - ha deposto una corona di fiori al “Giardino della Memoria” di Dublino che ricorda i caduti per la causa dell'indipendenza irlandese, sono iniziate le prime forti contestazioni. Un centinaio di sostenitori dell’Eirígí – il partito socialista e repubblicano - sono arrivati al cordone formato dai poliziotti della Garda a Parnell Street – a poca distanza dall’incrocio con O’Connell Street -. Altri contestatori, invece, si sono riuniti vicini alle strade intorno al “Giardino della Memoria”. Altri ancora, aderenti al Republican Sinn Fein, si sono radunati dietro le barriere a nord di Parnell Street. A trenta anni dalla morte di Bobby Sands, fulgido esempio di martire per la causa irlandese, non è stato dimenticato che la Regina Elisabetta II sosteneva l’allora primo ministro Margaret Thacher complice della morte di dieci prigionieri politici.