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  (ASI) Alla fine,  i rapitori Vittorio Arrigoni non hanno dunque nemmeno rispettato la scadenza dell'ultimatum e la sentenza di morte emessa nei suoi  confronti  è stata barbaramente eseguita.
Il suo corpo privo di vita è stato trovato all’alba di oggi, venerdì 15 aprile, in una casa abbandonata, nella Strscia di Gaza. Tre uomini armati, del sedicente gruppo jihadista salafita autodenominatosi “The Brigade of the Gallant Companion of the Prophet Mohammad Bin Muslima “, avevano rapito nel centro di Gaza l’attivista pacifista del Free Gaza Movement, membro pure dell’International Solidarity Movement, richiedendo come riscatto ad Hamas, che ha in carico il governo della Striscia di Gaza, la liberazione di alcuni salafiti detenuti nelle carceri di Hamas a Gaza, tra cui anche Sheikh Al Saidani (meglio conosciuto come Abu Walid Al Maqdisi), leader dei gruppi Tawhid e Jihad, affiliati ad Al Qaida. Però, il gruppo salafita "Brigata Mohammed Bin Moslama", accusato di aver rapito Arrigoni, di aver fatto un video e di aver poi ucciso l'attivista italiano, ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda. La cosa rende più tobida la vicenda.

Da mettere in evidenza il fatto che notoriamente Hamas nella Striscia usa la mano pesante contro i terroristi, quelli veri, per evitare che questi colpiscano obiettivi civili israeliani con attentati. Proprio sono quegli efferati delitti commessi da dai presunti combattenti islamici, di cui però non si capisce appieno da chi vengano manovrati e le finalità, che hanno che scatenano spopositate reazioni dell'esercito israeliano.  Azioni terroristiche, prese a pretesto dai militari della stella di davide per giustificare le rappresaglia e gli omicidi mirati attuati ai danni della inerme popolazione di Gaza.

Per cui sorge spontanea la domanda a chi giova il suo omicidio e ci si chiede perché questo efferato delitto sia stato fatto.
Vittorio Arrigoni, ha vissuto intensamente due anni e mezzo nella Striscia e dall'esperienza della Freedom Flotilla. Inoltre ha raccontato dal vivo gli orrori dell'operazione Piombo Fuso e la situazione drammatica dei palestinesi della Striscia di Gaza.
Infatti i palestinesi stimavano Vitorio Arrigoni tanto da consideralo un amico che lottava per la loro stessa causa.


             




Appare fin troppo chiaro chi potrebbe essere stato il mandante oppure no?


                  



Il portavoce del ministero degli Interni di Hamas, Ehab Al-Ghoussain, sulla morte di Arrigoni ha dichiarato: 
L'omicidio a Gaza del volontario italiano Vittorio Arrigoni e' un ''crimine odioso'' che ''non ha nulla a che fare con i nostri valori e la nostra religione''. 


Una dura condannata per l'uccisione dell'italiano è venuta anche  dall'Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen. "Condanniamo questo crimine odioso ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla famiglia della vittima" ha detto alla stampa Saeb Erekat, un esponente di spicco dell'Anp. "Questo crimine - ha precisato - non ha niente a che vedere con la nostra storia e con la nostra religione".

                     


 L'ipotesi che avanza il sito israeliano di intelligence Debka, riporta che il gruppo salafita al-Tahwir al-Jihad, considerava Arrigoni una spia, il motivo per cui l'avrebbe rapito sarebbe quello di volerno interrogare per estorcergli la confessione prima di ucciderlo.
Il video che mostra il capo di Arrigoni sorretto da uno dei suoi rapitori, in cui si evidenzia che il suo volto è coperto e tumefatto. Viso che presenta tracce di sangue e gli occhi sono bendati.  Fattori questi che hanno fatto ritenere che il corpo dell'italiano nel momento in cui il video veniva girato fosse già senza vita. Poi nella mattinata di oggi,  l' autopsia  avrebbe  confermato che le cause che hanno portato al decesso del pacifista sarebbero dovute alle torture subite.

 

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