(ASI) L’azione distruttiva dell’Alzheimer sul cervello inizia molto tempo prima che i primi sintomi si evidenzino e che siano diagnosticati. Oltre 35 milioni sono oggi nel mondo i pazienti affetti da questa malattia.
Una buona notizia giunge oggi dalla scienza: I ricercatori britannici del King’s College di Londra e della Oxford University, hanno identificato dopo 10 anni di studio un set di dieci proteine la cui presenza nel sangue nell’ 87% è in grado di prevedere il rischio di sviluppare la patologia neuro-degenerativa un anno prima che ciò accada.
Simon Lovestone, King’s College London ha dichiarato: “Una medicina efficace in una prima fase può avere funzione preventiva agendo sui sintomi clinici, anche se la malattia ha già interessato il cervello”.
L’Alzheimer comincia ad attaccare il cervello una decina d’anni prima che si manifestino i sintomi della malattia. Una diagnosi anticipata non migliora le condizioni di chi già soffre in stadio avanzato, ma può fare la differenza in futuro.
Redazione Agenzia Stampa Italia