Dopo un primo momento di drammatico scoramento, Mykola non si è perso d’animo e ha rialzato la testa. A un certo punto ha deciso che vale la pena vivere nonostante tutto, senza piangersi addosso.
Ricomincia così a lavorare e inizia a fare sport. In carrozzina.
Nel 2004 la sua tenacia lo fa volare fino alle Olimpiadi di Atene per portare la torcia olimpica come fedoforo, ottenendo una menzione al merito dal Presidente della Repubblica del suo paese.
Non tutte le persone portatrici di handicap però hanno la sua stessa forza d’animo. Questo Mykola lo sa e lo vede intorno a sé: spesso isolate e rassegnate, in una società non a loro misura chiusa alla diversità. Una condizione inaccettabile che lo spinge a dedicare la sua vita a quelli più sfortunati di lui. Infatti, Mykola si ritiene un fortunato che nella sfortuna ha ricevuto in dono il coraggio di andare avanti. Non ne fa un vanto – ne avrebbe tutto il diritto- ma anzi un debito da restituire con gli interessi.
Crea una fondazione con il fine di sensibilizzare la società alla condizione della prima popolazione mondiale -la disabilità- che ha tutto il diritto di avere gli stessi diritti di tutti.
In patria diventa un emblema, un esempio al quale ispirare le proprie esistenze. Come per Iryna che aveva perso la speranza e la voglia di vivere dopo la sua tragedia personale. Oggi, dopo l’incontro con Mycola, è felicemente sposata con un italiano dal quale ha avuto una bellissima bambina e una suocera così dolce e premurosa da fare invidia a tutti coniugi del mondo.
“I sogni non conoscono ostacoli”. Con questa convinzione, parte la grande avventura alla conquista della coscienza globale.
Il sogno di Mykola Podrezan è una Terra le cui uniche barriere siano quelle naturali, accessibile per quanto possibile, dove vivere in pace. Un messaggio potente che un piccolo uomo di 60 anni vuole diffondere universalmente, attraverso un lungo viaggio in 35 capitali nei 5 continenti, dove percorrere in ognuna un tragitto di oltre 1 km nei luoghi simbolo e arrivare a coprire la distanza totale della maratona olimpica, 42,196 km. Per dimostrare che si può fare, con o senza gambe. Si può viaggiare, si può ridere, si possono fare nuove amicizie, si può godere dell’arte, della storia, e della natura che in tutta la sua meravigliosa bellezza appartiene a ognuno di noi.
Giovedì 18 aprile, Mykola ha corso con la torcia olimpica la sua ottava tappa, partendo dal Colosseo e attraversando il cuore di quella Roma imperiale fondata sull’ardire e sull’ardore di uomini illuminati come lui.
Decine di romani e di turisti lo hanno incitato, incoraggiato. Anche ieri era determinato come sempre. Ma l’impresa è ardua. Con i pochi mezzi a disposizione, solo l’affetto della gente e dei tanti amici che incontra sul suo percorso gli daranno la forza necessaria a tagliare il traguardo finale, ancora lontano. E l’amore della moglie, che lo segue fedelmente in questa folle avventura.
Il progetto di Mykola Podrezan “Planet Earth, a view from a wheelchair”, è anche il nostro progetto.
Fabrizio Torella - Agenzia Stampa Italia
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione