(ASI) Parigi - Nel WTA i pronostici sono stati chiusi per anni a causa dello strapotere di Serena Williams. Ora un altro piccolo passo falso dell'Americana in finale contro un'esordiente potrebbe dare spazio alle novità, su tutte la neovincitrice Garbiñe Muguruza, la spagnola che in un solo slam ha compiuto un balzo enorme fino al secondo posto del ranking mondiale.
Dalla parte del tabellone maschile è stato invece il solito Novak Djokovic ad imporsi sull'eterno sconfitto Andy Murray, questa volta dopo una vittoria per parte a Madrid e Roma, aprendo una nuova stagione tennistica, quella del Serbo che, se già era dominatore del circuito, ora si è guadagnato questo titolo anche nella storia, diventando l'ottavo giocatore di tutti i tempi ad aver vinto tutti e quattro gli slam, per un totale di dodici. Davanti a lui ci sono solo Emerson, Nadal, Sampras e re Federer.
"Una gioia immensa - ha detto Djokovic dopo aver battuto lo scozzese in quattro set per un punteggio complessivo di 3-6 6-1 6-2 6-4, - Ora il Grande Slam può davvero diventare realtà. Non voglio sembrare arrogante, ma nel tennis nulla è impossibile."
Se nel WTA ogni nuova sfidante di Serena dovrà essere riconfermata da risultati costanti, non da un semplice episodio, dell'ATP Nole è ormai il signore indiscusso, un po' per il calo inesorabile di Federer e Nadal, un po' per la fatica degli altri, i soliti sfidanti che non trovano nuovi mezzi per combatterlo e gli astri nascenti della nuova generazione ancora troppo teneri.
Novak Djokovic ha quindi sfatato anche il mito di Parigi, quasi una maledizione, rappresentata dall'unico slam che mancava dopo un'ascesa strepitosa fino al numero 1 sin dal gennaio 2011. Per ora sono quattro gli slam vinti di seguito, da Wimbledon 2015, ma non nella stessa stagione, un'impresa compiuta solo da Don Budge nel 1938 e Rod Laver nel 1962 e 1969.
In questo momento il potenziale record dipenderà solo dal Serbo. Il suo stato di forma e i 29 anni, ibrido di giovinezza ed esperienza, ormai sembrano definitivamente permetterglielo.
Molti gli chiedono se si sente finalmente uscito dall'ombra di Nadal e Federer, ma senza alcun imbarazzo il tennista istrione sembra avere la risposta sempre pronta. "Non spetta a me dirlo, ma se sono qui è anche merito loro. E' stato difficile giocare nella loro stessa epoca, ma questo mi ha permesso di migliorare fino a raggiungere il mio livello attuale, senza fretta, ma allo stesso tempo senza alcuna sosta, votati ad un costante miglioramento personale."
Il tabù di Parigi è quindi infranto anche per lui, accresciuto soprattutto dalla bruciante sconfitta in finale contro lo svizzero Stanislas Wawrinka dell'anno scorso.
"Credo di essermi guadagnato il rispetto del pubblico parigino proprio allora, quando ho ammesso che in quel match aveva vinto il più forte, in quel momento Stanislas..."
Ma al di là di ogni scambio di cortesie fra colleghi, sembra proprio essere iniziata l'era di Djokovic, impreziosita da questo ultimo incantesimo spezzato. In virtù di tutti gli elementi che caratterizzano l'attuale circuito del tennis mondiale, solo Novak stesso potrebbe privarsi del battere ogni record, ma la sua attuale condizione, fisica e mentale, non sembra fare nulla per limitarlo.
Se quindi il ranking femminile inizia ad essere in fermento per un dopo Serena, regno che effettivamente può terminare solo a seguito del ritiro della Statunitense, quello maschile, dopo anni di grandi rivalità sembra gradualmente chiudersi a favore di Djokovic, ma non ce ne voglia il campionissimo, pur accettando un pubblico in ansiosa attesa di una nuova stella che possa porre un freno allo strapotere del Serbo, giusto per garantire il grande spettacolo che questo sport ha saputo offrire negli ultimi anni.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia