FRANCIA-NUOVA ZELANDA 8-7(ASI) Finalmente ce l’hanno fatta, gli All-Blacks hanno sfatato la maledizione mondiale, e lo hanno fatto ventiquattro anni dopo nello stesso stadio e contro lo stesso avversario. Stadio stracolmo e neanche a dirlo TUTTO NERO, in gioco c’era molto, oltre il titolo iridato gli All-Blacks si dovevano togliere qualche sassolino dalla scarpa contro la Francia.
I galletti infatti lo scorso mondiale avevano eliminato proprio la super favorita Nuova Zelanda ai quarti di finale. Visto i differenti percorsi per l’accesso alla finale, oggi ci si poteva aspettare poco più di una formalità per i tutti neri contro i galletti, la Nuova Zelanda veniva da un torneo straordinario dove aveva sempre vinto con una media di ben sette mete a partita, mentre la Francia si è qualificata per il rotto della cuffia perdendo ben due partite nel girone di qualificazione, beh così non è stato tutt’altro, la Nuova Zelanda ha sofferto moltissimo e rischiando di perdere contro una grande Francia. Analizzando la gara la Francia ha interpretato un incontro perfetto sotto l’aspetto tattico, difendendo alla grande e soprattutto non rinunciando mai a imporre il suo gioco. La Nuova Zelanda invece ha tenuto quasi sempre il pallino del gioco mettendo spesso in difficoltà l’attenta difesa transalpina ma senza riuscire a rompere le maglie della stessa. A passare in vantaggio i padroni di casa con una bellissima meta su schema di touche, ovale lanciato sulla seconda torre palla al centro della linea di touche per il pilone Woodcock che si infila tra i due saltatori e palla in meta. Ottimo lo schema ma mastodontico l’errore difensivo francese che non ha difeso la linea di rimessa laterale. A testimoniare l’equilibrio della partita è il risultato che dopo la meta neozelandese non cambia fino al quarantesimo minuto, con le due squadre che vanno all’intervallo senza arrivare mai vicine a realizzare una meta. Molta l’imprecisione al piede da parte di entrambe le squadre, ma con un Piri Weepu oggi disastroso, che ha sbagliato tutti i calci che ha piazzato. Per gli All-Blacks continua la maledizione del numero dieci, dopo aver perso Carter e Slade oggi al trentaquattresimo minuto ha perso per un grave infortunio la ginocchio anche il giovane Cruden. Pochi i cambi alla ripresa del secondo tempo è l’incontro prosegue sulla falsa riga del primo tempo, solo con una Francia un pò più nervosa. Al quinto minuto per un mani in Ruck dei galletti il neo entrato Donald piazza il primo calcio dell’incontro che porta la Nuova Zelanda oltre il break. Il passivo appena accumulato da la scossa alla Francia che aggredisce i neozelandesi e realizza quasi subito con capitan Dusautoir una meta bellissima in mezzo ai pali, trasformata da Trinth-duc e riporta i galletti ad un solo punto dai tuttineri. Da li alla fine il risultato non cambia più e gli All-Blacks possono tirare un sospiro di sollievo ed iniziare i festeggiamenti insieme al popolo tuttonero che ha sospinto dall’inizio alla fine il quindici casalingo. Per capitan McCaw e compagni è stata una cavalcata che rimarrà nella storia del rugby ma soprattutto nella storia degli All-Blacks stessi, coronata da una finale combattutissima ed incerta fino al calcio in touche di Ellis all’ottantunesimo minuto, che ha aperto la festa di una nazione di un popolo e non solo.
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