(ASI) Sotto la pioggia di Oslo la nazionale azzurra è stata schiacciata da una Norvegia che ha mostrato una superiorità impensabile prima dell'inizio della gara. Gli scandinavi hanno dominato in lungo e in largo, una supremazia non solo fisica e atletica, ma anche tecnica, aspetto in netta controtendenza con la storia delle 2 nazionali. Odegaard ha fatto ciò che ha voluto in fase di impostazione, Nusa ha imperversato indisturbato sulla corsia di sinistra, Haaland e Sorloth hanno addomesticato i nostri difensori senza troppo sforzo.
Una caduta rovinosa e senza appello, che rischia di compromettere già da principio il cammino azzurro nel girone. Inutile sottolineare come una terza esclusione dai mondiali sarebbe quanto mai deleteria per il movimento tutto, ma ciò su cui è neccessario riflettere è l'assenza totale di crescita da parte della compagine azzurra sotto la gestione Spalletti. Nessuno discute il valore assoluto del tecnico di Certaldo, che in carriera si è dimostrato tra i migliori su piazza con determinati calciatori a disposizione, è ormai evidente però che non è l'uomo giusto per quest'Italia. La ricerca ostinata di produrre attraverso il gioco, il reiterato possesso palla risultato ahinoi piuttosto sterile (primo tiro in porta a tempo scaduto), l'assenza di elementi che saltino l'uomo e creino superioritá numerica e una tenuta difensiva disastrosa, ci portano ad essere realisticamente pessimisti anche rispetto al proseguo, se si persegue questa via. Basti pensare al rendimento di quelli che sono i nostri migliori calciatori secondo quanto ha detto la stagione: Tonali e Barella, 2 tra i centrocampisti più forti al mondo, totalmente abulici e sovrastati dalla mediana norvegese, Retegui, capocannoniere del campionato, isolato là davanti senza facoltà di ricevere mezzo pallone giocabile, e Bastoni, il nostro miglior difensore, scherzato da Sorloth in occasione dell'1-0.
La partita di ieri ha ricordato quella contro la Svizzera all'Europeo, il problema è che da allora è passato quasi un anno e la situazione anziché migliorare drasticamente è persino peggiorata. Anche la gestione delle convocazioni è stata spesso contraddittoria, da Acerbi, dapprima definito pubblicamente "avanti con l'età" dal tecnico, poi convocato in situazione di emergenza (col difensore che rifiuta addirittura la convocazione), a Orsolini, al quale non è mai stata dimostrata fiducia pur essendo l'unico in grado di saltare l'avversario, tirare da fuori e inserirsi con costanza, e ieri sera a tragedia sportiva in corso è stato gettato nella mischia soltanto a 20 minuti dalla fine.
Il bilancio di Spalletti sulla panchina Dell'Italia è sin quí disastroso, un'eliminazione agli ottavi all'Europeo per mano di una Svizzera che ci ha dominato, quella ai quarti di Nations league contro la Germania, fino alla debacle coi norvegesi; con gli azzurri che durante questo percorso non hanno mai dato la sensazione di progredire, di imboccare una direzione giusta. Quest'assenza di processo di crescita deve far riflettere i vertici, probabilmente il CT, ottimo allenatore di club, non è adatto per questa nazionale. Urge un tecnico pragmatico, un equilibratore che raccolga e rimetta insieme i cocci nel possibile, salvando il salvabile, urge fermare un'emorragia che rischia di assumere connotati drammatici. E vi risparmiamo i soliti e ormai noti discorsi relativi ai settori giovanili, alla valorizzazioni dei talenti, alle troppe partite giocate da determinati club, alla giustizia o meno di piazzare una gara di qualificazione cosí importante al termine della stagione ecc. È fondamentale ragionare sul quí e ora, augurandoci che non sia già troppo tardi.
Alessansro Antoniacci - Agenzia Stampa Italia