(ASI) Il ricordo di Paul Merson, centrocampista offensivo che scrisse pagine importanti dalla fine degli anni 80 ai primi del 2000, sarà ancora vivo nelle menti dei veri appassionati della Premier league.
GLI ESORDI
Fulgido esempio di genio e sregolatezza, Merson esordisce con la maglia dell’Arsenal nell’86 a soli 18 anni, in virtù delle sue notevoli capacità tecniche, corroborate da doti balistiche impressionanti e ad un’ottima propensione all’assist. Dopo un quadrimestre trascorso in prestito al Brentford, torna ai “gunners”, dove nelle stagioni successive conquisterà un posto da titolare facendo mirabilie in campo. Nel primo quinquennio con l'Arsenal Paul collezionò 160 presenze condite da 47 reti. Nel Anche nelle stagioni successive Merson si mantiene su livelli di rendimento altissimi, tanto da indurre l’allora CT Graham Taylor a farlo entrare in pianta stabile nel giro della nazionale inglese.
DEPRESSIONE, ALCOL E COCAINA
Duante la stagione 94-95 il rendimento di Merson subisce un leggero calo, niente di trascendentale, ma quello che balza immediatamente all’occhio, è l’atteggiamento di Paul sia dentro che fuori dal campo. Lui, conosciuto per essere tendenzialmente allegro e sorridente, appare abbattuto, il suo sguardo è triste e spento, il suo atteggiamento verso i fan e la stampa è schivo. I tifosi e i media cominciano ad interrogarsi sul perché di tale cambiamento, a quei tempi si vociferava che la condotta di vita di Merson non fosse molto consona a quella di un atleta, ma erano solo voci di corridoio e non potevano essere riscontrate.
Ebbene, nell’autunno del ’95 è lo stesso Paul Merson a svelare l’arcano, ammette di essere entrato in depressione da circa un anno e di essere precipitato in una spirale di alcol e cocaina. Durante la settimana partecipava a serate in discoteca fino a tarda notte e a fine serata, si tratteneva nei privè a sniffare e bere drink fino all’alba, dormiva 3 ore e poi si recava al campo.
Nella sua autobiografia intitolata “come non essere un calciatore professionista” Merson racconta di quando si recava agli allenamenti in lacrime, pentito per quanto fatto la notte prima. E anche di quando partecipò ad una rissa negli Stati Uniti nel ’94, perché ubriaco si ritrovò in un quartiere malfamato di Los Angeles e fu salvato dalla polizia locale.
LA RINASCITA UMANA E CALCISTICA
Nel 95 però, Merson si redime e si sottopone ad un drastico trattamento di disintossicazione.. In quel periodo Paul si fa forza, affronta le crisi d’astinenza, combatte la depressione e a distanza di qualche mese esce finalmente dal tunnel.
Quando torna in campo pare quello di inizio carriera, sorridente e concentrato, il suo rendimento torna quello dei tempi migliori, tanto che riconquista anche la nazionale. Nel ’97 però, l’Arsenal opta per la sua cessione al Middlesbourgh. Merson accetta di buon grado la destinazione, col “Boro” gioca bene, segna con buona regolarità e si fa amare subito dalla tifoseria. Insomma tutto pare andare a meraviglia; se non fosse che a Paul piaceva frequentare determinati pub, in questi pub dopo la chiusura si organizzavano tornei di poker e altri giochi di carte e durante le partite si puntava pesante, molto pesante. Dopo aver combattuto la dipendenza dall’alcol e quella dalla droga, Merson si infilò in un altro tunnel, quello del gioco d’azzardo, arrivando a perdere somme di denaro inenarrabili. Fine prima parte, segue.
Alessandro Antoniacci - Agenzia Stampa Italia
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