(ASI) C’era anche un altro problema; al Middlesbourgh aveva preso piede la “drinking culture”, ovvero tutti i componenti della squadra, una sera a settimana e dopo ogni match si ritrovavano in un pub per bere e rafforzare lo spirito di squadra.
Ovviamente a queste riunioni Paul non partecipava, aveva paura di ricadere nell’alcol, ma per questo motivo lo spogliatoio cominciò a guardarlo con cattivo occhio, tanto da arrivare ad osteggiarlo.
Così nel gennaio del ’98, Merson decise di accettare la proposta dell’Aston Villa e si trasferì a Birmingham. Le prime 2 stagioni ai “villans” sono favolose, la squadra va bene e Paul gioca meravigliosamente.. Ma nella terza stagione qualcosa si rompe, il suo rendimento cala drasticamente e l’Aston viaggia nella parte destra della classifica; a metà stagione si infortuna gravemente e il fantasma della depressione torna prepotentemente nella sua vita.
Ricade di nuovo nel tunnel dell’alcol, che ne ritarda ulteriormente il rientro in campo.. Circa un anno dopo, smaltito l‘infortunio e sottopostosi nuovamente ad una cura di disintossicazione, torna in campo nell’aprile del 2012, ma il suo rapporto col club e con la tifoseria è ormai compromesso.
Nell’estate del 2002, la dirigenza dell’Aston Villa decide di cederlo al Portsmouth, che da un paio d’anni si era stabilizzato in premier.
Dato per finito, Merson sorprende tutti sfoderando subito ottime prestazioni e contribuendo all’ottimo inizio di campionato del Portsmouth. In un anno e mezzo disputerà 45 presenze condite da 12 reti, dopo di che si trasferisce a Walsall, dove disputa 3 stagioni prima di chiudere la carriera al Tamworth nel 2006.
Insomma non sarà stato Maradona, né Gascoigne per restare in Inghilterra, ma il talento di Merson e la qualità delle sue giocate erano indiscutibili, ciò che era discutibile invece era la sua condotta di vita, che come suggerisce il titolo del suo libro, è stata un manuale di “come non essere un calciatore professionista”. Fine.
Alessandro Antoniacci - Agenzia Stampa Italia
Storie del Calcio. Paul Merson, il cetrocampista genio e sregolatezza (Prima parte)