(ASI) Sono a Spalato, principale città della Dalmazia, e seconda per numero di abitanti della Croazia, splendida a livello paesaggistico e segnata architettonicamente dal dominio romano sotto Diocleziano, il quale ha lasciato un patrimonio artistico notevole che culmina nello sfarzoso palazzo di Diocleziano appunto, la porta aura, e la cattedrale, il cui campanile è simbolo della città.
Un’ altra delle principali attrattive di Spalato è il palazzo di Ivan Mestrovic, costruito negli anni 30 e all’ interno del quale sono situate le principali opere di quest’ immenso scultore. Ma queste sono informazioni che si possono trovare anche su wikipedia con un semplice click, quello che Wikipedia non può esplicare invece, è la passione viscerale degli abitanti di Spalato per il calcio, nella fattispecie per l’ Hajduk, una visione quasi spirituale di questo sport, che coinvolge indistintamente tutta la popolazione,
indipendentemente da sesso ed età. Io sono con una comitiva di persone, e siamo nelle mani di una guida, una signora di 55 anni, che dopo averci descritto minuziosamente il lato storico e artistico della città, ci porta davanti allo stadio dell’ Hajduk,e i suoi occhi si illuminano.
Finito il tour guidato mi fermo a prendere un caffè e scambiare due chiacchiere con questa signora, affascinato dalla sua competenza in ambito sportivo, e lei mi spiega che Spalato alle ultime olimpiadi è stata la città con più atleti a medaglia in relazione al numero di abitanti (record del quale vanno
particolarmente orgogliosi), che il Gradski Stadion è stato costruito nel 1979 in occasione dei giochi del Mediterraneo ed è chiamato “la conchiglia” a causa della particolare forma. Gli dico che sono di Perugia e immediatamente mi nomina Milan Rapaijc, e qui gli occhi si illuminano a me, ma mentre le stavo
spiegando che a Perugia Rapaijc è un idolo assoluto, e che da noi viene considerato il più forte giocatore della storia del nostro club, vengo interrotto da un ragazzo con la maglia numero 9 dell’ Hajduk , che saluta calorosamente la mia interlocutrice. Lei ci presenta, il ragazzo si chiama Dario, parla perfettamente italiano, e porta al collo una sciarpa con i colori sociali dell’ Hajduk e la scritta “Torcida ultrà”, gli chiedo cosa significa e mi risponde “La Torcida è la mia vita, la mia famiglia”, mi spiega che è il gruppo organizzato più antico in Europa nato nel 1950, i cui membri erano 113 studenti che studiavano a Zagabria. Il 29 ottobre del 1961, dopo Hajduk Spalato- Stella Rossa Belgrado 2 -1 dove l’ arbitro venne picchiato per aver annullato un gol ai croati, il partito comunista Jugoslavo e il governo
adottarono misure repressive contro la Torcida, che dopo una megarissa nel 66, fu bandita fino al 1980, anno in cui a distanza di un anno dalla costruzione del nuovo stadio, la torcida si impadronì di nuovo della curva nord. La guida ci congeda e io proseguo con Dario la discussione calcistica, e lui mi invita a
prendere una birra al bar dell’ Hajduk con degli altri tifosi.
(Fine prima parte segue).
Alessandro Antoniacci-Agenzia Stampa Italia
Fonte e foto: Ballota [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)], from Wikimedia Commons