(ASI) Tutti vogliono Sarri. Al pari di Patrice Evra e di Pep Guardiola, il primo iniziò dal Marsala, l’ex tecnico del Napoli, passato dalla parentesi Avellino a quella di Londra sponda “blues”, ha già fatto innamorare tutti con la sua ideologia di gioco, un finale diverso invece per il francese che dopo il calcio rifilato a un tifoso del Marsiglia, si è preso una squalifica a “tempo indeterminato” dal calcio. Persino Hazard, il belga è funzionale - come prevedibile da attaccante con il “bacino basso” alla Mertens e Insigne - al modulo di gioco del toscano, è stato conquistato da Sarri tanto da chiamarlo per un posto da ct della nazionale.
Il salto sarebbe planetario e iperbolico, ma l’ex Sorrento potrebbe fare anche da quella parti la sua figura, al cospetto di cinque vittorie consecutive e due pareggi, l’ultimo arrivato contro il Liverpool di Klopp che al momento guida la classifica insieme al Manchester City. Se in Inghilterra sembra delinearsi il quadro dei competitors per il titolo di Premier, la sensazione è che però questa volta si tratta di una corsa elargita ai più e il campionato inglese in special modo sembra crescere ancora di più in termini di sponsorizzazione e visibilità mediatica, di diverso stampo ludico è invece la serie A. Dopo il match fra Juve e Napoli, sembra proprio che l’ipotesi più accreditabile sia ancora un monopolio a tinte bianconere, “sembra”. Nonostante le telecamere di Amazon non filtrano nei campi italiani per raccontare la storia delle varie squadre come succede nella Nfl e in Premier, la recensione della settima giornata nostrana risulta essere abbastanza eloquente: Juve a +7 sui partenopei e il divario si accresce con tutte le altre. Stesso monologo con protagonisti diversi certo, anche se la vecchia signora può permettersi anche di utilizzare CR7 per mantenere alta la squadra e fare possesso palla. In Premier ad esempio il distacco maggiore sorge dal sesto posto, attualmente occupato dal Watford, che dista dalla formazione di Guardiola circa 7 punti. In base a questi piccoli computi basta poco per declinare l’invito a seguire la serie A, vista la pseudo chiusura anticipata dei giochi. Tuttavia ci sono parecchi punti irrisolti e che fanno pensare ad una corsa alla Champions con più pretendenti quest’anno, a cominciare dalla Fiorentina. I viola hanno messo a segno la quarta vittoria in questo campionato: si tratta di un trend che non è propriamente continuativo, viste le sconfitte contro Napoli e Inter, ma ciò non toglie il percorso fatta dagli uomini di Pioli, dopo lo scorso anno. Federico Chiesa è il futuro, la matricola Fiorentina relegata “forse” in Europa League è il passato. Una novità si chiama sicuramene Genoa, o meglio Piatek che finora ha realizzato 8 goal su 6 presenze complessive. L’ultima quella di ieri contro il Frosinone, società promossa in A nel 2016 dopo 84 anni di inferno, all’epoca nella cittadina del Lazio meridionale arrivò persino l’Equipe a raccontarne storia e gesta, e tornata nella massima competizione quest’anno. I ciociari nella stagione attuale hanno totalizzato solo un punto, a differenza di Cardiff e Newcastle che in Premier restano a due. Il Sassuolo rimasto appaiato al blocco delle prime in classifica, eccetto primo e secondo posto, esce sconfitto dal Mapei Stadium contro il Milan, ma la coppia Matri-Boateng non poteva fare di più. Larghissimo il divario fra le due formazioni, medesima sussistenza anche tra Lazio e Roma. I biancocelesti, nonostante il pareggio di Immobile, si fanno sconfiggere dai cugini, che dopo le due vittorie consecutive riprendono il binario corretto, almeno così lascia presagire. Le due capitoline distano un punto l’una dall’altra, certamente più sinistro invece lo scenario tra Manchester United e Manchester City: i Red Devils distano 9 punti dai cugini “celesti”. Più coeve invece Tottenham e Chelsea, i Blues staccano due punti la banda di Son. Di tono diverso invece il derby tra Everton e Liverpool e che può essere ricondotto alla stessa distanza tra Empoli e Fiorentina. Un’altra sorpresa in A, spostandosi a metà classifica, è certamente il Parma di Gervinho.I ducali, dopo l’escalation dalla D alla massima categoria, vogliono stupire ancora, ma in quest’ottica difficile per tutte le neopromosse imitare quel Leicester di “Er fettina”, Claudio Ranieri. L’ex Inter e Roma oggi non siede più nella panchina delle volpi, ma da lontano può scrutare un cammino di certo tortuoso, ma assai differente da quello dello scorso anno. Al di là del calcio, l’immagine essenziale che resta della giornata è qualcosa che va oltre un risultato sportivo, un riflesso e un colpo di reni. Francesco Acerbi, ex Sassuolo, a lungo in lotta contro un tumore, non salta una partita da tre anni. Dalla fine della malattia a oggi per l’attuale giocatore della Lazio è tornato un roseo presente e un avvenire, che egli scorse con più positività.