Paponi, come si trova a Bologna?
Molto bene. L’inizio di stagione non è stato facile, viste le tante vicissitudini societarie, ma ora le cose sono cambiate e devo dire dir aver trovato l’ambiente giusto per giocare a calcio.
La sua stagione sin qui è andata a fasi alterne: un inizio importante, con tante apparizioni da titolare. Poi un periodo negativo, contraddistinto da un fastidioso infortunio, fino alla “resurrezione” contro la Sampdoria e al gol vittoria contro il Palermo.
Il campionato era iniziato bene, ma un infortunio mi ha messo per un po’ ai box. Non è stato facile rimanere fuori: ora però sono contento di essere rientrato e di aver dato il mio contributo.
Il momento più emozionate?
Sicuramente il gol al Palermo. Entrare e segnare la rete decisiva non capita tutti i giorni. E’ stata una sensazione bellissima, che spero si ripeta presto
Che ricordo conserva della sua esperienza a Perugia?
Per certi versi bello. Perugia è una città meravigliosa e lì ho trovato un gruppo di compagni davvero eccezionali. Sotto l’aspetto professionale non posso dire altrettanto. Io non ho reso quanto avrei potuto e i problemi societari hanno fatto il resto. Peccato, perché la squadra dell’anno scorso era davvero forte e come minimo avrebbe meritato di raggiungere i play-ogg
A Perugia l’ha portata Sandro Marcaccio, direttore sportivo che ha sempre creduto in lei anche nei momenti difficili. Lo ha più sentito?
Quest’estate quando ho firmato con il Bologna. Mi ha fatto i complimenti e le raccomandazioni del caso, invitandomi ad impegnarmi e a sfruttare l’occasione. Il direttore è un grande dirigente, che ringrazierò sempre per essermi stati vicino nei momenti difficili. So che ha grande stima di me, ma posso dire altrettanto di lui
Ha notizie del nuovo Perugia?
Certo. Dentro lo spogliatoio mi tiene informato Lupatelli con risultati e curiosità varie. Poi il lunedì non perdo occasione di leggere approfondimenti e quant’altro. Credo che la nuova società ha fatto un bel lavoro e che la promozione sia ormai solo una questione matematica.
Tra tanti allenatori che ha avuto, qual’è quello che le ha lasciato di più in termini di conoscenze e crescita professionale?
Sicuramente Claudio Ranieri. L’ho avuto sei mesi a Parma e devo ammettere che i suoi insegnamenti sono stati molto importanti
Il suo futuro?
Vorrei restare a Bologna. A gennaio ho rifiutato la Reggina, perché mi sono reso conto di potermela giocare anche nella massima serie.